Baia di HaLong

Palme tutto intorno, e statue di delfini. Sembra di essere in California!

Ci avviciniamo al molo per gli imbarchi, scarichiamo le valigie, ed entriamo nella sala apparecchiata per il pranzo della nave che ci porterà in crociera sulla Baia di HaLong per due giorni. Sulla barca con noi, un’enorme comitiva di malesiani, un gruppetto multietnico di ragazzi giovani, dei tedeschi che abbiamo già incontrato in Laos. Dopo le indicazioni per l’assegnazione delle cabine e per la prossima escursione, il personale di bordo si dà da fare per servire il pranzo a molte persone in uno spazio parecchio ristretto. Esco per scattare qualche fotografia alla città in lontananza: un’alternanza di edifici bassi e grattacieli, dietro alla foschia. Siamo fortunati: la giornata è splendida, il sole spacca le pietre, mentre di solito qui regna la nebbia. Anche se credo che non mi sarebbe dispiaciuto vedere la baia ammantata da bianco mistero.

Cominciamo ad allontanarci dal porto, e subito ci ritroviamo circondati da centinaia di faraglioni di ogni forma e dimensione: il panorama è davvero suggestivo e molto molto rilassante. La stagione non è alta, perciò le barche in mare non sono moltissime. Dopo il pranzo passiamo per la cabina: la nostra ha il balcone! Devo cambiarmi per l’escursione, ma giuro che rimarrei su questa brandina al sole a godermi il vento tra i capelli, il silenzio e la pace dei sensi che questa vista mi trasmette. I faraglioni, o piccole isole, che sorgono dalle azzurrissime acque del mare, sono color della roccia. Sulla maggior parte di essi, è cresciuta della vegetazione bassa e irregolare: sembrano tante testoline piene di ricci!

Scendiamo dalla nave per salire su un’imbarcazione più piccola, che ci porta su una piattaforma. Qui c’è un allevamento di ostriche per le perle. Mentre gli altri ascoltano con attenzione la guida che racconta il processo di produzione di una perla, noi facciamo un giro veloce e saltiamo sul primo kayak a disposizione! Io e mio marito bisticciamo per trovare la coordinazione delle due pagaie. Alla fine, con calma e pazienza, troviamo il giusto ritmo che ci porterà all’ombra del faraglione più vicino. Il sole, non più tanto alto, riflette i suoi raggi caldi sull’acqua; le impercettibili onde mi cullano; le barche azzurre e arancioni in lontananza, di quelle che finora avevo visto solo nelle foto della Thailandia su Instagram, mi regalano la sensazione di essere entrata in un mondo che prima avevo solo immaginato. Mi rilasso e respiro a pieni polmoni il profumo del mare. Ogni tanto un altro kayak ci taglia la strada in velocità, e mi fa tornare alla realtà.

Quando risaliamo sulla piattaforma, mi imbatto in una macchia coloratissima di canoe arcobaleno. Sullo sfondo, le piccole isole: quelle davanti sono più nitide e chiare, quelle dietro sembrano più piccole, e man mano che si allontanano, sempre più scure e appannate dalla foschia marina.

La seconda escursione prevede la visita all’isola di Ti Toc, un ufficiale russo a cui questo posto è stato dedicato. Una dozzina di minuti e qualche centinaia di scalini dopo, siamo sulla cima dell’isola ad ammirare increduli il tramonto sull’intera baia. Rimarrei qui per sempre. Ed effettivamente, aspettiamo che la gran parte delle persone comincino a scendere, fino a goderci quel paradiso quasi da soli, mio marito e io. Aspettiamo fino a che la palla rossa, in pochissimi secondi, scompare completamente, fagocitata dall’orizzonte.

Torniamo sulla nostra nave per la sera, ma in realtà la giornata non è ancora giunta al termine. Prima di gustare un romantico aperitivo al buio sul ponte della barca, gli ospiti sono invitati al corso di cucina a cielo aperto. Stasera: involtini primavera! Immortalo mio marito nelle vesti di chef orientale, e lo porto con me a sorseggiare un dolcissimo mojito mentre guardiamo il mare di notte.

Dopo cena, voglio andare a godermi il nostro balcone, così mi armo di libro e mi metto comoda sul lettino all’aperto. Il senso di tranquillità che provo in questo momento, e il vocìo degli altri passeggeri al piano superiore, mi conciliano il sonno tanto da farmi addormentare lì, sotto le stelle, in mezzo al mare, lontano dalla vita reale.

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Il giorno successivo si apre con un’altra uscita: stavolta andremo a vedere la grotta Hang Sung Sot. Umidità e suolo scivoloso fanno da padroni, ma è un fastidio ampiamente ripagato dal paesaggio che ci troviamo davanti. Un paesaggio lunare, quasi fantascientifico. Cupole, cave, corridoi, là dove stalattiti e stalagmiti si incontrano. Il calcare in alcuni punti ha formato delle grezze sculture nella roccia, che ricordano ora un leone, ora un elefante, ora un cuore, o due persone che si baciano. A ogni passo, a ogni spazio che attraverso, devo trattenere, per non sembrare pazza tra la gente, un’esclamazione di stupore e meraviglia. Il nome del luogo in italiano è “grotta della sorpresa”, e, con vera sorpresa, ha superato ogni mia aspettativa.

La baia di HaLong era una delle immagini che mi aveva portato a scegliere il Vietnam come meta per questo viaggio, ed effettivamente, tra panorami mozzafiato e sensazioni tra le più positive, questo posto mi ha fatta sentire perfettamente in pace con la natura e con me stessa. Insomma, Baia di HaLong promossa a pieni voti!

 

Autore:Schermata 2019-04-16 alle 10.11.33

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Riassunto dal 20/08 al 20/09

Lo so, lo so, non mi sono fatta viva per 20 giorni ma non mi voglio scusare. Per quanto possa amare scrivere, mettere la mia vita e quello che mi piace nero su bianco, ogni tanto e’ anche giusto vivere, solo ed esclusivamente vivere e basta.

Quindi, dopo aver vissuto questo mese intensissimo, ecco che cosa sta succedendo:
– continuo ad essere al verde ma continuo a scoprire nuovi modi per sorridere, svagarmi e mangiare che non sono poi cosi’ male.
– il mio ragazzo ha comprato casa (nota bene, al momento viviamo a 550km di distanza)
– ho vissuto letteralmente in apnea la prima parte di settembre in attesa di una conferma dal punto di vista lavorativo che mi ha portato ad aspettare, lavorare e aspettare.
– ho avuto la conferma della vita e a meta’ ottobre mi trasferisco da lui nella “nostra” casa.
– ho cominciato a impacchettare le mie cose, al momento gli scatoloni di libri/fumetti battono l’abbigliamento 3:1, ma la strada e’ ancora lunga e i libri sono ancora tanti.
– abbiamo cominciato a pensare alla casa, ai lavori, ad organizzare effettivamente il trasloco e a mettere nero su bianco una data, quella del primo giorno effettivamente insieme.
– dovendo affrontare una vita low budget mi sono buttata su Netflix e all’attivo (non voglio trassare, direi dal 20 di Agosto) ho guardato:

  1. Orange is the new black: tutte le serie dalla stagione 2, la prima l’avevo vista anni fa.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  2. Atypical: le 2 stagioni presenti su netflix.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  3. Disincanto: i primi 7 episodi, ma lo continuero’ insieme ad Andre. Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  4. Adventure Time: 1^ stagione tutta, 2^ stagione i primi 6 episodi.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  5. Final Space: tutte e due le stagioni.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  6. Ozark: ho cominciato a guardarlo, sono arrivata al 5^ episodio ma non mi ha preso…lo portero’ avanti guardandolo quando proprio non so cosa fare.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  7. Paradise Police: cominciato da poco al momento sono al 4^ episodio ma penso di finirlo in breve tempo.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  8. Bates Motel: la 5^ stagione uscita a settembre  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01

Ovviamente in questo mese non ho vissuto solo di serie tv, ma tra un ritagli di tempo e l’altro ho guardato nuovi film e riguardato alcuni classiconi:

  1. Sulla mia pelle – Alessio Cremonini Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  2. Zero privacy (documentario) – Hoback Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  3. Fun Mum Dinner – Alethea Jones Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  4. The Lord of the Ring (I) – Jackson Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  5. Le iene – Tarantino Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  6. The Hateful Eight – Tarantino Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  7. Mulholland Drive – Lynch Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  8. Tutta colpa di Freud – Genovese Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  9. Bridget Jones (III) – Maguire Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  10. Labor Day – Reitman Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  11. Bastardi senza gloria – Tarantino Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  12. Tutte le volte che ho scritto ti amo – Johnson Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  13. Il piccolo principe – Osborne Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  14. Sierra Burgess e’ una sfigata – Samuels Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  15. Idiocracy – Judge Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  16. Roberto Saviano (documentario Pif) – Diliberto Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  17. I kill Giants – Walter Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  18. Pets – Renaud Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01

La lista e’ lunga, ma la notte e’ giovane soprattutto se non puoi permetterti di uscire. E non mi vergogno a dirlo perche’ credo che nella vita di tutti puo’ potenzialmente succedere di dover affrontare un periodo cosi’ e mi sento in dovere di dire e di dimostrare che “va tutto bene”. Si vive lo stesso, si fanno le cose diversamente, si sorride comunque sempre.

Hiking o Trekking?

Non so se e’ solo una mia percezione, ma sono ormai un paio di anni che ho come la sensazione che la montagna sia tornata di nuovo di moda, con tutti i pro e contro del caso. Anzi, con moltissimi pro e un solo contro: tutti si sentono di poter fare qualsiasi cosa.

L’idea di scrivere questo articolo mi e’ venuta in seguito a una scena che e’ andata piu’ o meno cosi’: una ragazza giovane arriva in negozio, mi dice che ha bisogno di una corda e nel chiedermi quanta a mio parere ne avrebbe avuto bisogno, mi spiega che sarebbe andata a fare una via ferrata assicurata con una corda. Solo ed esclusivamente una corda. Non mi dilungo su come e’ proseguita la questione, ma ammetto che mi ha lasciata di sasso.

Cosi’ ho pensato a come e’ cambiato il mio modo di vedere la montagna negli ultimi anni ed e’ vero, sta cambiando qualcosa, e non e’ solo il modo di chiamare una pratica sportiva. Sta cambiando l’approccio. Perche’ si, devi sapere che per fare determinate cose hai bisogno di una certa attrezzatura, esperienza e allenamento.

E nella definizione della pratica sportiva che prima era semplicemente “vado in montagna” (con piu’ o meno enfasi a seconda di cosa dovessi fare), anche io mi sono trovata a prediligerne una piuttosto che un’altra. Vi starete chiedendo di che cosa diamine stia parlando. Ok, ok, avete ragione! Sto parlando di una semplice divisione: hiking e trekking. Termini inflazionatissimi e spesso usati per dire tutto e dire niente.

Hiking.
Ho scoperto che questa pratica sportiva e’ definita come camminata (piu’ o meno impegnativa) in collina o montagna svolta nella giornata.
Ho poi scoperto che all’interno di questa ci sono 3 pratiche sportive:

  1. Nature hiking: la camminata nel verde, facile facile, con un sentiero adatto anche alle famiglie e ai piu’ piccoli
  2. Mountain hiking: l’ambiente cambia e la camminata e’ fine al raggiungimento di una meta in quota. Si parla di difficolta’, dilslivelli e percorsi anche molto impegnativi.
  3. Fast hiking: fondamentalmente la nuova pratica sempre piu’ in voga. Hiking veloce, al pari di una corsa ma fatta in montagna.

Trekking.
Fondamentalmente puo’ essere considerato al pari del mountain hiking ma si sviluppa su piu’ giorni. Vuol dire dormire in un bivacco, dormire in tenda, mangiare un pasto caldo e organizzarsi per poterlo fare, avere un’attrezzatura a piu’ strati, calda e leggera da portarsi dietro. Scoprendone il significato ho scoperto che effettivamente quello che mi serve per poter affrontare un trekking e’ molto diverso da quello che potrebbe servirmi per affrontare una giornata di hiking in compagnia.

Credo che sia giusto adottare termini inglesi laddove rendono meglio un concetto, ma credo anche che ci debba essere un concetto dietro ad una parola e in questo caso e’ lo sport. Spero che questo articolo possa essere illuminante come lo e’ stato per me. Personalmente ho scoperto che vorrei provare ad arrivare a fare fast hiking, e questo e’ stato un modo per pormi un nuovo obiettivo ambizioso su cui penso e spero di lavorare tutto il 2019!

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Dear Diary: Thailand vol.I

L’idea di partire per la Tailandia e’ nata in un piovoso week end di febbraio e ha cominciato a prendere forma solo a fine maggio, quando ormai mancavano poche settimane alla partenza.
Ebbene si, il nostro viaggio aveva solo un aereo prenotato andata e ritorno, molte idee confuse su cosa fare e come farlo, ma una gran voglia di partire e di scoprire questa terra magica.

Fin da subito amici, parenti, conoscenti e appena conosciuti ci hanno sconsigliato di partire per la nostra destinazione durante il periodo delle pioggie (si, l’abbiamo rischiata a partire le ultime due di giugno). Il periodo di ferie pero’ non era spostabile, la pioggia non ci spaventava, siamo quindi andati avanti per la nostra strada.  Come ci siamo oragizzati?

A marzo abbiamo acquistato i biglietti aerei.
Ad aprile abbiamo fatto il passaporto.
A maggio ho cominciato a delineare l’itinerario con i giacigli che avrebbero accolto le nostre stanche membra.

Il programma originario prevedeva in 15 giorni il giro ad anello Bangkok – Ayutthaya – Chiang Mai – Chiang Rai – Phuket – Bangkok. E si, lo so che lo state pensando, e’ stato decisamente ottimistico!
Vorrei dedicare quindi questo post a quello che e’ stato tutto il lavoro step by step che ci ha portati al 18 giugno con la valigia imbarcata e il sedere sul Boeing 737-800 con destinazione Istanbul e poi Bangkok.

BIGLIETTO AEREO
Prenotato il 10 di marzo su Tripsta, abbiamo scelto come aeroporto di A/R Bologna (BLQ). Abbiamo pagato 465 € a testa il biglietto A/R con un bagaglio in stiva di 30kg e la possibilita’ di portare un bagaglio a mano. Non esistono voli diretti, noi infatti abbiamo fatto scalo sia all’andata che al ritorno a Istanbul.

Piccola curiosita’:
Se il vostro scalo supera le 6 ore potete prendere in considerazione di uscire dall’aeroporto e visitare la citta’ che vi ospita per quelle poche ore di soggiorno. Come in questo caso, l’aeroporto si trova a mezz’ora di taxi dalla citta’, quindi potete pensare di andare a mangiare nella piazza centrale e ritornare in tempo per il vostro volo. Non servono permessi particolare, bisogna solamente ripassare dai controlli.

DOCUMENTI
Obbligatorio il Passaporto, senza il quale e’ impossibile partire. Se dovete farlo, tenete conto di fare la richiesta un mese e mezzo prima, in modo da essere sicuri di riceverlo prima della partenza ufficiale.
Se avete intenzione di noleggiare l’auto vi serve la patente internazionale, anche questa va richiesta almeno un mese prima alla motorizzazione.
Assicurazione base per il viaggio, questo perche’ nel caso in cui aveste bisogno di assistenza medica o legale potreste dover sborsare ingenti cifre anche solo per un semplice gesso/taglio. Noi ci siamo affidati a un sito online (Imaway) che garantisce una buona coperta a partire gia’ da 40€.

ZAINO PER IL VIAGGIO
Ho pensato molto a come organizzarmi in modo da avere tutto l’occorrente senza dovermi caricare un peso impossibile da portare a spalle. Ho scelto quindi uno zaino da 60L (questo qui), con:

  • 7 mutande
  • 7 calzini (oggi ne porterei solo 2)
  • 3 reggiseni
  • un paio di scarpe da trekking
  • sandali per camminare
  • infradito
  • 3-4 magliette
  • un pantalone lungo leggero
  • 1-2 vestiti lunghi leggeri
  • telo in microfibra
  • 2 costumi
  • un cappello
  • coltellino svizzero
  • shampoo + bagnoschiuma + balsamo
  • spazzolino e dentifricio
  • presa elettrica universale
  • 1 powerbank
  • borsa dei medicinali

Personalmente, oltre a quanto elencato ho portato anche

  • la macchina fotografica (corpo + 3 obiettivi), telecamera tipo gopro, 3 batterie e due sim
  • salviettine a non finire
  • spazzola + forcine + fasce capelli

MEDICINALI, cosa portare?
La risposta e’ molto semplice: di tutto. E con di tutto, intendo veramente per tutte le evenienze.
Noi ci siamo organizzati in modo tale da poter bere tutti i giorni una bustina a testa di fermenti lattici (visto il caldo, l’acqua e la condizione dei bicchieri in giro ci e’ sembrata la cosa piu’ giusta da fare).

  • tachipina
  • moment
  • imodium
  • fermenti lattici
  • antibiotico per 5 giorni
  • cortisone (bentelan)
  • antirepellente
  • aloe per le scottature
  • cerotti e garze q.b.

Nota a posteriori:
se dovessi ripartire oggi, viaggerei ancora piu’ leggera.
Siamo partiti con il solo bagaglio in stiva e siamo tornati con un bagaglio di peso doppio in stiva piu’ quello a mano ma avremmo voluto poter portare a casa molta piu’ roba.

Una vita in ferie

Ferie a Marzo e dove vado? Ancona!
Si, anch’io ero un po’ perplessa prima di essere travolta dalle meraviglie della regione, e devo ammettere che mi sono positivamente stupita per quanto le Marche abbiano da offrire.

Il patrimonio naturalistico marchigiano è imponente: quasi 90.000 ettari del territorio sono ricoperti da due parchi nazionali (Monti Sibillini e Gran Sasso e Monti della Laga), quattro parchi regionali (Monte ConeroSasso Simone e SimoncelloMonte San Bartolo e Gola della Rossa e di Frasassi) e sei riserve naturali (Abbadia di FiastraMontagna di TorricchioRipa BiancaSentinaGola del Furlo e Monte San Vicino e Monte Canfaito).

Avendo una settimana di tempo da condividere con il mio marchigiano, le attivita’ sono veramente innumerevoli:
– Montefeltro a cavallo
– Parco del Conero con Maia e la vista immensa della natura montuosa a ridosso del mare
– trekking sul Gran sasso
– trekking Monti Sibillini

… l’idea e’ quella di condividere la bellezza del nostro territorio italiano che non ha nulla da invidiare a quello straniero, di valorizzare i piccoli comuni che gia’ si sono mossi in questo senso, offrendo strutture idonee e organizzando eventi per i turisti che vogliono conoscere questo spicchio d’Italia. La proposta e’ quella di riprendere in mano cio’ che e’ nostro con il mezzo del territorio e il fine della meraviglia (Manzoni 200 anni fa diceva ” la poesia e la letteratura in genere deve proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo).

Vi aggiorno presto!!

 

 

Mi capita che

Come cambia il mondo. Sono andata fino in Islanda e non ho visto nemmeno una parvenza di striscia verde nel cielo. L’aurora la si vede solo d’inverno. Poi in una giornata che poteva essere perfetta semplicemente già così com’era ecco che il mondo ti stupisce. L’hanno ufficialmente chiamata “l’aurora boreale del Piemonte”. E io mi ricorderò sempre mia sorella che me la indica, io che accosto la macchina e noi che ci godiamo questo spettacolo. Non me la spiego, ma cerco di spiegarmela lo stesso. Nell’assurdità del reale forse la risposta è in quel karma magico, quello che ti fa capire che le cose da soli sono fighissime, ma poterle condividere con qualcuno sono la vera essenza.

Prato nevoso

Video disponibile online:

Mollare o non mollare, spaghetti o non spaghetti

Premessa: sto scrivendo questo post dal caldo lettuccio, con due cuscini sofficissimi dietro la schiena, uno ancora piu’ soffice dietro il collo e la possibilita’ di alzare le mani fino al massimo alla tastiera del pc. Anzi, a dirla tutta mi sto pure sforzando a scrivere.
Non sono stata investita e non sono ingessata fino al collo, ma la sensazione e’ piu’ o meno quella.

Premessa due: non usero’ mai piu’ lo snowboard se non in condizioni super ottimali.
E adesso vi spiego la giornatina di ieri.

Partenza h8.00 da Torino decidiamo di andare a sciare a Prali. In macchina ho i miei fidi sci da alpinismo (non vi mollero’ mai piu’ lo giuro) e una tavola da snow (quella del mio compagno d’avventura). Arrivati a Prali le condizioni non sono esattamente quello che ci aspettavamo tanto che alla biglietteria ci avvertono che potrebbero chiudere gli impianti a breve a causa delle raffiche che si stavano creando. Decidiamo di salire lo stesso, non ci siamo fatti un’ora e mezza di macchina per niente. Saliamo sulla seggiovia e arriviamo alla Capannina, il primo rifugio di Prali. Entriamo dentro a fare colazione: panino al miele e amaro all’albicocca per me, un bicchiere di genepi e un croissant per il mio socio. Nel mentre aspettiamo l’altra ragazza che condividera’ con noi la giornata sulle piste.

Dopo la colazione super riscaldante siamo pronti per la prima discesa: a bomba, un po’ fuoripista e con le gambe che sento tutto il caldo dell’alcol appena bevuto (e di genepi ne aveva veramente tanto). Prendiamo nuovamente la seggiovia ed e’ in quel frangente che ho cominciato a delirare. Vista la pista molto battuta i miei sci da alpinismo non erano l’ideale, perche’ non prendere la tavola?

La rovina.

Scendo quindi alla biglietteria, prendo una bella tavola a noleggio (una bananona molto figa) e mi butto sulla seggiovia. Pensavo di essere una chiavica e invece devo dire che me la sono sentita veramente bene. Fino alle due. Poi, il degenero.

All’una e mezza siamo ritornati in baita per fare un boccone di pranzo e quando siamo uscita la mia tavola non era piu’ la stessa. Il freddo e il vento avevano creato una patina di ghiaccio sul fondo della mia tavola che abbiamo grattato via alla bene e meglio. La sento che fa quello che vuole lei invece che seguire il mio equilibrio (molto precario). Come sempre, sono l’unica disagiata ma per non far pesare la situazione cerco di scendere e curvare come se niente fosse. In un micro secondo mi parte la tavola, batto una facciata sulla neve dura, il polso si gira male, la spalla di conseguenza, la mascherina sbatte contro il mio zigomo e sento solo gli occhi chiudersi e la testa che pensa “non ti sei fatta niente, non e’ assolutamente niente”. Mi giro a faccia in su peggio di una tartaruga dopo una sbronza colossale e vedo il sole. Con una raffica di vento, ma vedo il sole. I miei compagni di avventura vedono la caduta e tra un misto di preoccupazione e risata mi aiutano ad alzarmi. Quella e’ stata la discesa piu’ lunga mai fatta, la voglia di togliere la tavola e riabbracciare i miei amati sci.

Ma che cosa ho imparato? Che cosa voglio veramente condividere con voi?
Forse che se non provi fino in fondo non puoi dire che una cosa non ti piaccia. O forse che ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo.

Ci sono quei momenti

Ci sono quei momenti che solo il fuoco di un caminetto di una baita può capire.

V Word

Faccio una premessa: sto per dire una parola brutta, di quelle che una volta pronunciata farete click sulla freccia per tornare indietro. Pero’ questa cosa la voglio condividere, perche’ in fondo questa parola fa paura anche a me, nonostante abbia sposato quasi completamente il suo significato.

VEGANO.

Ecco cosa e’ cambiato nel 2017: sono passata a dare contro a chi si limitava per un’ideaologia forte della limitizione che invece a me e’ stata imposta (glutine e uova), a passare notti insonni, a cambiare quella che e’ la mia alimentazione perche’ si, alcuni cibi non fanno cosi’ bene come invece credevo. Mi sono documentata, ho guardato svariati video (molti sono addirittura disponibili su Netflix) e cercato di trovare tutte le scuse piu’ papabili del mondo per non cambiare l’idea che per anni ho avuto. Sono quindi andata da mia nonna, convinta che potesse farmi tornare con i piedi per terra, ma cosi’ non e’ stato. Mia nonna invece mi ha raccontato della loro alimentazione, di come mangiassero solo ed esclusivamente cereali, frutta e verdura. Mi ha raccontato che all’epoca solo le persone benestanti potevano permettersi di comprare la carne, le uova o qualsiasi altro cibo derivato, sviluppando malattie che i poveri non potevano sviluppare. Mia nonna mi ha raccontanto cosi’ dell’ipertensione, del gozzo e di altre malattie da ricchi.

Non sono qua per farvi cambiare idea ma per condividere un cambiamento. Continuo a non accettare quella parola, troppo idealizzata per quello che invece vuol dire per me vivere seguendo una morale. Mi cibavo di affettati, adesso non riuscirei a comprare quelle scatole piene di conservanti e cibo prodotto in maniera esclusivamente intensiva. Credevo in tante cose, smontate poi una per una dalla semplice conoscenza. E piu’ mi informavo e piu’ avevo bisogno di sapere.

Se volete informarvi cominciate con questo:

CowSpiracy
https://www.netflix.com/title/80033772

What The Healt
https://www.netflix.com/watch/80174177?trackId=13752289&tctx=0%2C3%2C