Newsletter|Recap giugno e novità luglio!

È solo una mia impressione o questo giugno è letteralmente volato via?

Mi trovo a luglio, ormai entrata nel mio 7^ mese di gravidanza del nostro atteso Leo, con una marea di cose da fare: in primis cominciare a pensare a questo nascituro che ben presto sarà nelle nostre vite e che necessiterà di cose basiche quali un posto dove dormire, dell’abbigliamento per coprirsi… cose minime insomma. Ad oggi ho piazzato la vecchia cassettiera di Noah in camera, vuota. Fine della storia.

È vero che ha un sacco di roba del fratello, è vero che di tempo ne abbiamo ancora, ma siamo al settimo e mi sembra che il tempo ci sia semplicemente scivolato tra le dita.

Che cosa ho fatto quindi questo mese? Ho viaggiato.

Con Noah ho macinato parecchi km sull’autostrada A1 e A14; abbiamo sfruttato questo periodo estivo torrido per prendere un pò di fresco a Cuneo dai nonni. E perchè no per fare camminate, biciclettate e tante letture interessanti.

Chiudo il mese di giugno non troppo contenta delle letture: alcune superbe, altre decisamente dimenticabili.

Che cosa salvo delle letture di giugno?

Ho dedicato il mio tempo alla lettura di 5 libri di cui vedrete a breve la recensione qui sul blog: la prima è già uscita, Il caso Alaska Sanders di Joël Dicker, e potete recuperarla qui.

Un giallo perfetto per le vostre letture estive, scorrevolissimo, che consiglio vivamente! Mandatorio però aver letto La verità sul caso Harry Quebert.

Altra lettura che ho apprezzato tantissimo, la prima ad aver ricevuto 5 stelle su GoodReads, è stata La Cartolina di Anne Berest. La recensione arriverà a breve, se non volete perdervela vi consiglio di iscrivervi gratuitamente al blog qui sotto:

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Non vi spoilero nulla, se non che è uno di quei libri assolutamente da leggere!

Ho poi finito il secondo capitolo della saga dell’attraversaspecchi, a maggio avevo letto il primo libro Fidanzati dell’Inverno, giugno mi ha invece vista impegnata con Gli scomparsi di Chiardiluna. Anche questa recensione arriverà a luglio, promesso!

Nel paese delle donne selvagge è stato limitatamente deludente, immaginavo un risvolto diverso con una morale o un insegnamento di fondo che potesse ben sorreggere lo storytelling di questi tempi relativo all’immagine della donna.

Deludente invece Molto forte, incredibilmente vicino; non sono riuscita a finirlo. Che dire se non pace, avanti il prossimo!

Che cosa leggerò a Luglio?

Se ancora non lo fate vi consiglio di seguirmi su GoodReads, unico luogo dove riesco a star dietro alle letture finite/pagine lette/letture future.

In alternativa potete seguirmi su Instagram:

conosciamo su instagram, mi trovi come giulia con la giacca rosa blog

Al momento ho letto Infanzia di Tove Ditlevsen e sono in procinto di finire Uomini e Topi di John Steinbeck. Anche queste recensioni arriveranno a luglio!

Vorrei poi proseguire la saga dell’attraversaspecchi con il terzo capitolo, La memoria di Babel, e iniziare uno dei mattoni russi che ho comprato qualche giorno fa! Se avete consigli a riguardo, sono ben accetti!!

Altri contenuti!

Questo mese ho finalmente ultimato i contenuti gratuiti che potrete trovare da gennaio 2023. Ci saranno i soliti planner mensili, gli screensaver con calendar per il vostro smartphone e due rubriche nuove a cui ho lavorato nell’ultimo periodo!

Li potete trovare scaricabili gratuitamente sul blog, oppure direttamente sulla vostra mail se siete iscritti al blog!

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Informazioni di servizio – Luglio 2021

Mi viene difficile seguire con costanza un qualcosa che necessita di veramente tanto tempo. Pero’ ritorno sempre qui. Il blog, il mio posto.

Un po’ come quegli amori che non riesci a dimenticare, come le passioni che anche se rimangono a tacere per un po’ poi ad un certo punto trovano il modo di uscire fuori, come una voce potente. Cosi’ e’ la mia presenza qui e mi sono autoconvinta che si, va bene cosi’.

In una estate che ha visto venire alla luce piu’ libri che fiori, io ho taciuto. Una volta mi sedevo e scrivevo, tiravo fuori dalla borsa il mio inseparabile quadernino rigorosamente nero e scrivevo. Che fosse ad un bar, in un parco, su un treno o sui mille aerei presi quando vivevo all’estero. Scrivevo sul retro degli scontrini le emozioni di quel momento per non dimenticarmi di tutta la loro grandiosita’. Ma scrivevo anche per poter rileggere, sorridere e pensare “che bei tempi che erano quelli”.

Da un po’ di anni ho il pc, anche lui inseparabile compagno, che mi aiuta a mantenere vivi i ricordi e a coltivare quella sana nostalgia del tempo perduto. Mi manca, pero’, il tempo per potermi sedere, a mente aperta, e scrivere di getto quello che vive dentro la testa e che ha bisogno di parole per poter esistere nero su bianco.

Questa cosa negli ultimi anni mi ha portato a litigare spesso con la mia testa, vittima dell’impegno preso con me stessa e della sensazione di fallimento se non riuscivo a stare al passo con le pubblicazioni che mi ero prefissata. Cosi’, come qualsiasi rapporto tossico, ho dovuto staccare la spina di netto.

La prima settimana senza aver pubblicato post e’ stata difficile, avevo ancora forte il giudizio di quella voce che mi diceva “sei ancora in tempo, cosa ti costa alle 11 di sera metterti al pc e scrivere qualcosa?!”. Mi costava. Sarebbero state ore di riposo in meno, una mente meno lucida il giorno successivo e una mamma meno presente o felice per Noah.

Cosi’ sono passate due settimane senza post, un mese, due mesi. Oggi sono qui, ma domani non lo so.

E va bene cosi’. Non ci sono biglietti da timbrare, ma solo un posto in cui condividere attimi di vita, consapevole che ogni tanto, pero’, la vita va solamente vissuta in tutta la sua grandezza. Bevuta in un unico sorso e raccontata poi, forse, a tempo e debito.

Ad oggi conto 294 articoli scritti sul blog, vi lascio quindi in buone mani se avete bisogno di qualche consiglio o di qualche lettura. Noi ci rivedremo presto, appena il tempo tornera’ ad essere meno sospeso.

Puoi trovarmi anche su instagram, sul profilo personale: @giulia_gribaudo_

Off topic- petizioni importanti da sostenere

Agosto 2020

Vorrei iniziare con una piccola premessa, nello specifico con i primi punti del giuramento di Ippocrate che, per chi non lo sapesse, e’ quel giuramento fatto da chi esercita la professione medica e che sottolinea in maniera ufficiale l’importanza e la solennità dell’atto che viene compiuto e dell’impegno che viene assunto. Vi lascio quindi di seguito tre punti su cui vorrei soffermarmi; il personale medico giura:

– di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale;
– di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
– di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte.

Non andrò nei dettagli della situazione, ma spero di sollevare una critica costruttiva che possa essere di giovamento a tutte quelle persone meno fortunate che si trovano (per svariati motivi) a transitare oggi negli ospedali italiani in regime di sicurezza per COVID-19.
Come puo’ coesistere il concetto di cura medica, difesa della vita e della dignità della persona quando un anziano con alzheimer, incapace di badare a se stesso, viene privato dell’accompagnamento necessario per potersi pulire, per poter mangiare, per potersi guardare allo specchio e dare ancora un valore alla sua vita?
Come possiamo essere arrivati a lasciare un anziano, una categoria fragile come quella dei bambini e di chiunque si trovi in una situazione difficile, da solo per settimane senza la possibilità’ di vedere nessuno dei suoi parenti? Come siamo arrivati a sostituire il cibo vero con le sacche perché cosi’ per 30 ore sono nutriti senza che ci sia effettivamente la presenza di personale? Questa domanda, nello specifico, annienta il concetto di cura scrupolosa e con impegno del paziente; senza contare che annienta l’essere umano stesso, fragile, da solo, che magari non capisce la situazione, che magari dopo un po’ di giorni sente anche il senso di abbandono. Quell’essere umano che e’ entrato vivo in ospedale ma non sa se ne uscirà perché per comodità del sistema e’ meglio che stia a letto, e’ meglio che venga nutrito con le sacche, e’ meglio che non faccia domande… e forse e’ meglio che si abbandoni definitivamente a se stesso.

Ci sono categorie per le quali questa grande impalcatura che abbiamo costruito per evitare le morti causa COVID, provoca, invece, la morte per abbandono, mal nutrizione, mancanza di cura della persona (fisica e mentale).

Non metto in dubbio quello che e’ stato fatto, ma oggi dobbiamo fare dei passi avanti. Possiamo andare a fare gli aperitivi, possiamo goderci le cene al ristorante, siamo incitati ad andare in ferie grazie al bonus vacanza…gli ospedali invece no, rimangono a porte chiuse. Proprio quel posto in cui le persone ospitate avrebbero tanto bisogno di una persona vicina, di una mano “amica” da stringere per superare la situazione che stanno affrontando vengono private di ogni aiuto, lasciando spazio ai soli regolamenti.

I dati dicono che non stiamo più morendo di COVID, ma non ci raccontano di chi sta soffrendo e di chi sta morendo per le linee intraprese in una situazione eccezionale; quella situazione che ancora e’ in essere in un sistema sanitario che per anni e anni e’ stato ridimensionato fino ad arrivare all’osso.

Consapevole che le riflessioni che ho tratto derivano dalla situazione particolarmente drammatica e irrispettosa del reparto di geriatria della struttura di Cuneo e non da tutte le strutture presenti sul territorio nazionale; e’ altresì vero, pero’, che la chiusura delle porte degli ospedali e invece presente su tutto il territorio.

Vi lascio di seguito il link per firmare e condividere la petizione, perché non è vero che una voce vale poco!

http://chng.it/Spg2GRBB

Storytel – leggere con le orecchie

Chi l’avrebbe mai detto che un giorno mi sarei trovata a scaricare e poi pagare un abbonamento per poter leggere (o meglio sentir leggere) un libro?

Avversa da sempre ai Kindle perché troppo fedele alla carta e all’esperienza del tocco, oggi mi trovo a non poter fare diversamente. Dopo il parto le giornate sono diventate un susseguirsi di cambi di pannolini, di poppate, di pomeriggi con il passeggino e di tempi in cui le braccia e le mani sono occupate a cullare o semplicemente a tenere in braccio un piccolo pargolo sempre in cerca di attenzioni.

Così, a poco più di due mesi dal grande giorno, ho deciso di smetterla di guardare le vetrine della Feltrinelli e della Mondadori, di fare i giri a vuoto consapevole di non riuscire a leggere nulla. Ma soprattutto, memore di uno dei consigli di Francesca Crescentini (in arte Tegamini), in una delle poppate notturne che caratterizzano questo periodo, decido di scaricare l’applicazione di Storytel e dare un’occhiata a questo mondo che ho sempre denigrato.

Superato l’astio iniziale ho quindi scoperto un nuovo mondo con cui posso portare avanti una passione senza dover togliere tempo al mio piccolo umano del cuore.

Vi lascio con una nuova consapevolezza: mai dire mai nella vita. Ma soprattutto con un paio di domande: chissà quanto riuscirò a leggere in questo modo e se cambia la percezione del libro solo perché “ascoltato” e non letto.

Ps: se ancora non l’avete fatto, scaricate Goodreads dove potrete decidere la vostra challenge e tenere il conto dei libri letti anno per anno. Venitemi a cercare qui!

Riassunto dal 20/08 al 20/09

Lo so, lo so, non mi sono fatta viva per 20 giorni ma non mi voglio scusare. Per quanto possa amare scrivere, mettere la mia vita e quello che mi piace nero su bianco, ogni tanto e’ anche giusto vivere, solo ed esclusivamente vivere e basta.

Quindi, dopo aver vissuto questo mese intensissimo, ecco che cosa sta succedendo:
– continuo ad essere al verde ma continuo a scoprire nuovi modi per sorridere, svagarmi e mangiare che non sono poi cosi’ male.
– il mio ragazzo ha comprato casa (nota bene, al momento viviamo a 550km di distanza)
– ho vissuto letteralmente in apnea la prima parte di settembre in attesa di una conferma dal punto di vista lavorativo che mi ha portato ad aspettare, lavorare e aspettare.
– ho avuto la conferma della vita e a meta’ ottobre mi trasferisco da lui nella “nostra” casa.
– ho cominciato a impacchettare le mie cose, al momento gli scatoloni di libri/fumetti battono l’abbigliamento 3:1, ma la strada e’ ancora lunga e i libri sono ancora tanti.
– abbiamo cominciato a pensare alla casa, ai lavori, ad organizzare effettivamente il trasloco e a mettere nero su bianco una data, quella del primo giorno effettivamente insieme.
– dovendo affrontare una vita low budget mi sono buttata su Netflix e all’attivo (non voglio trassare, direi dal 20 di Agosto) ho guardato:

  1. Orange is the new black: tutte le serie dalla stagione 2, la prima l’avevo vista anni fa.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  2. Atypical: le 2 stagioni presenti su netflix.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  3. Disincanto: i primi 7 episodi, ma lo continuero’ insieme ad Andre. Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  4. Adventure Time: 1^ stagione tutta, 2^ stagione i primi 6 episodi.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  5. Final Space: tutte e due le stagioni.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  6. Ozark: ho cominciato a guardarlo, sono arrivata al 5^ episodio ma non mi ha preso…lo portero’ avanti guardandolo quando proprio non so cosa fare.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  7. Paradise Police: cominciato da poco al momento sono al 4^ episodio ma penso di finirlo in breve tempo.  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  8. Bates Motel: la 5^ stagione uscita a settembre  Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01

Ovviamente in questo mese non ho vissuto solo di serie tv, ma tra un ritagli di tempo e l’altro ho guardato nuovi film e riguardato alcuni classiconi:

  1. Sulla mia pelle – Alessio Cremonini Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  2. Zero privacy (documentario) – Hoback Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  3. Fun Mum Dinner – Alethea Jones Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  4. The Lord of the Ring (I) – Jackson Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  5. Le iene – Tarantino Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  6. The Hateful Eight – Tarantino Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  7. Mulholland Drive – Lynch Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  8. Tutta colpa di Freud – Genovese Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  9. Bridget Jones (III) – Maguire Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  10. Labor Day – Reitman Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  11. Bastardi senza gloria – Tarantino Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  12. Tutte le volte che ho scritto ti amo – Johnson Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  13. Il piccolo principe – Osborne Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  14. Sierra Burgess e’ una sfigata – Samuels Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  15. Idiocracy – Judge Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  16. Roberto Saviano (documentario Pif) – Diliberto Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  17. I kill Giants – Walter Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01
  18. Pets – Renaud Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01Schermata 2018-09-17 alle 10.45.01

La lista e’ lunga, ma la notte e’ giovane soprattutto se non puoi permetterti di uscire. E non mi vergogno a dirlo perche’ credo che nella vita di tutti puo’ potenzialmente succedere di dover affrontare un periodo cosi’ e mi sento in dovere di dire e di dimostrare che “va tutto bene”. Si vive lo stesso, si fanno le cose diversamente, si sorride comunque sempre.

Una vita in ferie

Ferie a Marzo e dove vado? Ancona!
Si, anch’io ero un po’ perplessa prima di essere travolta dalle meraviglie della regione, e devo ammettere che mi sono positivamente stupita per quanto le Marche abbiano da offrire.

Il patrimonio naturalistico marchigiano è imponente: quasi 90.000 ettari del territorio sono ricoperti da due parchi nazionali (Monti Sibillini e Gran Sasso e Monti della Laga), quattro parchi regionali (Monte ConeroSasso Simone e SimoncelloMonte San Bartolo e Gola della Rossa e di Frasassi) e sei riserve naturali (Abbadia di FiastraMontagna di TorricchioRipa BiancaSentinaGola del Furlo e Monte San Vicino e Monte Canfaito).

Avendo una settimana di tempo da condividere con il mio marchigiano, le attivita’ sono veramente innumerevoli:
– Montefeltro a cavallo
– Parco del Conero con Maia e la vista immensa della natura montuosa a ridosso del mare
– trekking sul Gran sasso
– trekking Monti Sibillini

… l’idea e’ quella di condividere la bellezza del nostro territorio italiano che non ha nulla da invidiare a quello straniero, di valorizzare i piccoli comuni che gia’ si sono mossi in questo senso, offrendo strutture idonee e organizzando eventi per i turisti che vogliono conoscere questo spicchio d’Italia. La proposta e’ quella di riprendere in mano cio’ che e’ nostro con il mezzo del territorio e il fine della meraviglia (Manzoni 200 anni fa diceva ” la poesia e la letteratura in genere deve proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo).

Vi aggiorno presto!!

 

 

Prato nevoso

Video disponibile online:

Mollare o non mollare, spaghetti o non spaghetti

Premessa: sto scrivendo questo post dal caldo lettuccio, con due cuscini sofficissimi dietro la schiena, uno ancora piu’ soffice dietro il collo e la possibilita’ di alzare le mani fino al massimo alla tastiera del pc. Anzi, a dirla tutta mi sto pure sforzando a scrivere.
Non sono stata investita e non sono ingessata fino al collo, ma la sensazione e’ piu’ o meno quella.

Premessa due: non usero’ mai piu’ lo snowboard se non in condizioni super ottimali.
E adesso vi spiego la giornatina di ieri.

Partenza h8.00 da Torino decidiamo di andare a sciare a Prali. In macchina ho i miei fidi sci da alpinismo (non vi mollero’ mai piu’ lo giuro) e una tavola da snow (quella del mio compagno d’avventura). Arrivati a Prali le condizioni non sono esattamente quello che ci aspettavamo tanto che alla biglietteria ci avvertono che potrebbero chiudere gli impianti a breve a causa delle raffiche che si stavano creando. Decidiamo di salire lo stesso, non ci siamo fatti un’ora e mezza di macchina per niente. Saliamo sulla seggiovia e arriviamo alla Capannina, il primo rifugio di Prali. Entriamo dentro a fare colazione: panino al miele e amaro all’albicocca per me, un bicchiere di genepi e un croissant per il mio socio. Nel mentre aspettiamo l’altra ragazza che condividera’ con noi la giornata sulle piste.

Dopo la colazione super riscaldante siamo pronti per la prima discesa: a bomba, un po’ fuoripista e con le gambe che sento tutto il caldo dell’alcol appena bevuto (e di genepi ne aveva veramente tanto). Prendiamo nuovamente la seggiovia ed e’ in quel frangente che ho cominciato a delirare. Vista la pista molto battuta i miei sci da alpinismo non erano l’ideale, perche’ non prendere la tavola?

La rovina.

Scendo quindi alla biglietteria, prendo una bella tavola a noleggio (una bananona molto figa) e mi butto sulla seggiovia. Pensavo di essere una chiavica e invece devo dire che me la sono sentita veramente bene. Fino alle due. Poi, il degenero.

All’una e mezza siamo ritornati in baita per fare un boccone di pranzo e quando siamo uscita la mia tavola non era piu’ la stessa. Il freddo e il vento avevano creato una patina di ghiaccio sul fondo della mia tavola che abbiamo grattato via alla bene e meglio. La sento che fa quello che vuole lei invece che seguire il mio equilibrio (molto precario). Come sempre, sono l’unica disagiata ma per non far pesare la situazione cerco di scendere e curvare come se niente fosse. In un micro secondo mi parte la tavola, batto una facciata sulla neve dura, il polso si gira male, la spalla di conseguenza, la mascherina sbatte contro il mio zigomo e sento solo gli occhi chiudersi e la testa che pensa “non ti sei fatta niente, non e’ assolutamente niente”. Mi giro a faccia in su peggio di una tartaruga dopo una sbronza colossale e vedo il sole. Con una raffica di vento, ma vedo il sole. I miei compagni di avventura vedono la caduta e tra un misto di preoccupazione e risata mi aiutano ad alzarmi. Quella e’ stata la discesa piu’ lunga mai fatta, la voglia di togliere la tavola e riabbracciare i miei amati sci.

Ma che cosa ho imparato? Che cosa voglio veramente condividere con voi?
Forse che se non provi fino in fondo non puoi dire che una cosa non ti piaccia. O forse che ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo.

V Word

Faccio una premessa: sto per dire una parola brutta, di quelle che una volta pronunciata farete click sulla freccia per tornare indietro. Pero’ questa cosa la voglio condividere, perche’ in fondo questa parola fa paura anche a me, nonostante abbia sposato quasi completamente il suo significato.

VEGANO.

Ecco cosa e’ cambiato nel 2017: sono passata a dare contro a chi si limitava per un’ideaologia forte della limitizione che invece a me e’ stata imposta (glutine e uova), a passare notti insonni, a cambiare quella che e’ la mia alimentazione perche’ si, alcuni cibi non fanno cosi’ bene come invece credevo. Mi sono documentata, ho guardato svariati video (molti sono addirittura disponibili su Netflix) e cercato di trovare tutte le scuse piu’ papabili del mondo per non cambiare l’idea che per anni ho avuto. Sono quindi andata da mia nonna, convinta che potesse farmi tornare con i piedi per terra, ma cosi’ non e’ stato. Mia nonna invece mi ha raccontato della loro alimentazione, di come mangiassero solo ed esclusivamente cereali, frutta e verdura. Mi ha raccontato che all’epoca solo le persone benestanti potevano permettersi di comprare la carne, le uova o qualsiasi altro cibo derivato, sviluppando malattie che i poveri non potevano sviluppare. Mia nonna mi ha raccontanto cosi’ dell’ipertensione, del gozzo e di altre malattie da ricchi.

Non sono qua per farvi cambiare idea ma per condividere un cambiamento. Continuo a non accettare quella parola, troppo idealizzata per quello che invece vuol dire per me vivere seguendo una morale. Mi cibavo di affettati, adesso non riuscirei a comprare quelle scatole piene di conservanti e cibo prodotto in maniera esclusivamente intensiva. Credevo in tante cose, smontate poi una per una dalla semplice conoscenza. E piu’ mi informavo e piu’ avevo bisogno di sapere.

Se volete informarvi cominciate con questo:

CowSpiracy
https://www.netflix.com/title/80033772

What The Healt
https://www.netflix.com/watch/80174177?trackId=13752289&tctx=0%2C3%2C