Amo viaggiare e portarmi a casa delle storie che sono tramandate di generazione in generazione, di viaggiatore in viaggiatore. Le mie personalissime storie d’islanda che ho portato a casa mi sono state raccontate da burberi vichinghi mentre preparavano caffe’ dietro a un bancone in legno, da anziani conosciuti su una fredda panchina di Reykjavik e da biondissime studentesse all’interno di una calda e accogliente libreria di Akureyri.
Nell’angolo più remoto del giardino di ogni casa islandese che si rispetti, ecco comparire tre casette di legno vicine l’una all’altra. Sono le abitazioni degli elfi, il popolo invisibile. Narra la leggenda che gli elfi fossero anch’essi figli di Eva, madre di tutti gli uomini.
Un giorno Dio annunciò ad Eva che sarebbe andato a cena da lei, per conoscere tutti i suoi figli. Eva, come ogni madre, iniziò a lavare e preparare i figli per l’evento, ma, poiché erano tanti, non riuscì a fare il bagno a tre. Per non mostrarli in disordine davanti a Dio, li nascose nell’armadio.
Durante la cena Dio chiese a Eva se quelli che sedevano nella stanza erano tutti i suoi figli e la donna confermò. Allora Dio che è onnisciente continuò: “ciò che è nascosto a Dio, sarà nascosto per sempre anche agli uomini!” Eva corse disperata all’armadio, ma lo trovò vuoto.
Dio aveva reso invisibili i tre bimbi agli occhi degli uomini. Solo chi ha cuore puro può vederli.
Una leggenda racconta di due giganti che, cercando di portare a riva una nave, furono sorpresi dall’alba prima di potersi nascondere in montagna e vennero trasformati, insieme all’imbarcazione, nei tre faraglioni in pietra. Tutti e tre hanno ovviamente un nome e sono: Skessudrangur, Langhamar e Landdrangur.
Secondo la leggenda, in una fattoria in riva al lago di Lagarfljot viveva una ragazza che aveva acquistato un anello d’oro. Aveva sentito dire che mettendo in una scatola un verme, con sopra l’oro, era possibile aumentarne la grandezza. Quando la ragazza, la settimana più tardi, andò a controllare l’anello, il verme era cresciuto così tanto da non contenerlo. Spaventata, afferrò la scatola e la lancio nel lago. Con il tempo il verme si trasformò in un drago che popola tutt’ora il lago in questione. Dopo la visione di un filmato, la commissione governativa ha poi dichiarato reale la leggenda in questione.
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