GAGGAN

La domanda che piu’ mi e’ stata fatta da amici e conoscenti dopo aver saputo della cena da Gaggan e’ stata sempre e solo una: quanto avete speso?!

Lo dico subito, non e’ stato economico. Voglio pero’ farvi una domanda: quanto sareste disposti a pagare per andare al concerto di un big americano? 200€? 250€?

Il perche’ di questa domanda e’ semplice, la cena e’ stata una performance a tutti gli effetti con tanto di copione, backstage, artisti, colpi di scena e musica. Si, c’e’ stata pure la musica (in accompagnamento ad un piatto, semplicemente geniale). Aggiungiamo a questa performance che aveva come prezzo base 170€ un accompagnamento di vini. Un bicchiere ogni 2/3 piatti per un totale di 24 portate e 9 vini delle migliori cantine.
Il prezzo a fine serata per due persone e’ quindi decollato, raggiungendo i 700€.

Lo rifarei? assolutamente si.
La cena da Gaggan rappresenta a mio avviso un vero e proprio viaggio esperienziale, dove tutti i sensi sono coinvolti. Il percorso suggerito è composto da numerose portate, che si susseguono abbastanza velocemente, dove la cucina indiana, viene riformulata secondo canoni del tutto nuovi, uscendone arricchita per quanto stravolta. Credo sia inutile raccontare l’esplosione di sapori che ci hanno travolto per tutta la cena, le parole non potrebbero mai eguagliare quello che abbiamo provato. E’ stata una scoperta a tutti gli effetti, piatto dopo piatto perche’ ad accompagnarci non avevamo il solito menu’ ma una lista di immagini che descrivevano il piatto. Una sorta di cena al buio con colpi di scena, vino e molta cordialita’.

 

Una vita in ferie

Ferie a Marzo e dove vado? Ancona!
Si, anch’io ero un po’ perplessa prima di essere travolta dalle meraviglie della regione, e devo ammettere che mi sono positivamente stupita per quanto le Marche abbiano da offrire.

Il patrimonio naturalistico marchigiano è imponente: quasi 90.000 ettari del territorio sono ricoperti da due parchi nazionali (Monti Sibillini e Gran Sasso e Monti della Laga), quattro parchi regionali (Monte ConeroSasso Simone e SimoncelloMonte San Bartolo e Gola della Rossa e di Frasassi) e sei riserve naturali (Abbadia di FiastraMontagna di TorricchioRipa BiancaSentinaGola del Furlo e Monte San Vicino e Monte Canfaito).

Avendo una settimana di tempo da condividere con il mio marchigiano, le attivita’ sono veramente innumerevoli:
– Montefeltro a cavallo
– Parco del Conero con Maia e la vista immensa della natura montuosa a ridosso del mare
– trekking sul Gran sasso
– trekking Monti Sibillini

… l’idea e’ quella di condividere la bellezza del nostro territorio italiano che non ha nulla da invidiare a quello straniero, di valorizzare i piccoli comuni che gia’ si sono mossi in questo senso, offrendo strutture idonee e organizzando eventi per i turisti che vogliono conoscere questo spicchio d’Italia. La proposta e’ quella di riprendere in mano cio’ che e’ nostro con il mezzo del territorio e il fine della meraviglia (Manzoni 200 anni fa diceva ” la poesia e la letteratura in genere deve proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo).

Vi aggiorno presto!!

 

 

V Word

Faccio una premessa: sto per dire una parola brutta, di quelle che una volta pronunciata farete click sulla freccia per tornare indietro. Pero’ questa cosa la voglio condividere, perche’ in fondo questa parola fa paura anche a me, nonostante abbia sposato quasi completamente il suo significato.

VEGANO.

Ecco cosa e’ cambiato nel 2017: sono passata a dare contro a chi si limitava per un’ideaologia forte della limitizione che invece a me e’ stata imposta (glutine e uova), a passare notti insonni, a cambiare quella che e’ la mia alimentazione perche’ si, alcuni cibi non fanno cosi’ bene come invece credevo. Mi sono documentata, ho guardato svariati video (molti sono addirittura disponibili su Netflix) e cercato di trovare tutte le scuse piu’ papabili del mondo per non cambiare l’idea che per anni ho avuto. Sono quindi andata da mia nonna, convinta che potesse farmi tornare con i piedi per terra, ma cosi’ non e’ stato. Mia nonna invece mi ha raccontato della loro alimentazione, di come mangiassero solo ed esclusivamente cereali, frutta e verdura. Mi ha raccontato che all’epoca solo le persone benestanti potevano permettersi di comprare la carne, le uova o qualsiasi altro cibo derivato, sviluppando malattie che i poveri non potevano sviluppare. Mia nonna mi ha raccontanto cosi’ dell’ipertensione, del gozzo e di altre malattie da ricchi.

Non sono qua per farvi cambiare idea ma per condividere un cambiamento. Continuo a non accettare quella parola, troppo idealizzata per quello che invece vuol dire per me vivere seguendo una morale. Mi cibavo di affettati, adesso non riuscirei a comprare quelle scatole piene di conservanti e cibo prodotto in maniera esclusivamente intensiva. Credevo in tante cose, smontate poi una per una dalla semplice conoscenza. E piu’ mi informavo e piu’ avevo bisogno di sapere.

Se volete informarvi cominciate con questo:

CowSpiracy
https://www.netflix.com/title/80033772

What The Healt
https://www.netflix.com/watch/80174177?trackId=13752289&tctx=0%2C3%2C

Due giorni di mare

Questa l’ho scattata al mare. In tutto il 2017 questa e’ l’unica foto del mare che ho potuto scattare. Scelte, assolutamente scelte. Ma chi ama la montagna come me sfrutta fino in fondo tutti i week end disponibili per potersi sdraiare sui freschi pascoli e sgambettare fino all’ultimo.

Il compleanno della mamma pero’ e’ sacrosanto, ed eccomi qua. Dopo un anno davanti a quella grande distesa di acqua che separa l’Italia dalla Corsica. Pensavo fosse solo il postumo di una camminata, ma la luce l’ho vista anche nella macchina fotografica..e lei non mente.

Islanda: Cosa sapere!

Supermercati: 

Sono tutti molto cari, ma questa e’ l’islanda! Ad ogni modo per avere il miglior rapporto qualita’ (che non saprei dire se e’ bassa o medio bassa) e prezzo lo potete trovare da Netto. E’ una catena di supermercati dove potete trovare veramente di tutto anche le marche alla quale da italiani siamo affezionati (es. ho trovato le lattine bonduelle!! 🙂 )

Stazioni di rifornimenti:

Quando potevo cercavo di andare da Olis o Obi, sono i piu’ conveniente. Ma e’ anche vero che per paura di rimanere senza a meta’ strada, poi ho fatto rifornimento ovunque (N1 hanno anche i bagni all’interno, nel caso servisse 🙂 )

Lingua:

parlano assolutamente tutti (e anche veramente bene) l’inglese. Sono dei gran intenditori di gesti, quindi se non sapete l’inglese potrete comunque comunicare con loro…o almeno proveranno a capirvi.

Condizioni climatiche:

Non sottovalutare mai il clima. Un abbigliamento e un’attrezzatura adeguati sono fondamentali. I viaggiatori devo sempre essere preparati alle condizioni climatiche piu’ inclementi in ogni stagione perche’ il tempo puo’ cambiare senza preavviso.

Durante le calde giornate, invece, fate attenzione all’attraversamento dei fiumi: le acque derivate dallo scioglimento dei ghiacciai possono dare origine a fiumi impetuosi.

 


Tariffe, orari e offerte cambiano con una certa frequenza; le informazioni fornite in questi articolo vanno quindi presi come informazioni di massima da verificare con una ricerca personale. Se hai bisogno di aiuto per poter programmare il tuo viaggio, scrivimi nella sezione contatti.

 

 

 

Reykjanes e il Blue Lagoon

Ultimo giorno intero sulla stupenda isola, lo passo fondamentalmente in macchina. Non potendo ormai allontanarmi piu’ di tanto dall’aeroporto, decido di visitare la zona attorno a Reykjavik e con mio grande stupore…questa terra ha ancora qualcosa da regalarmi. Usciti dalla citta prendo direzione Keflavik per andare nel parco nazionale di Reykjanes e come prima impressione mi sembra di essere atterrata su Marte. Scopro successivamente che il parco e’ in realta’ un immenso sito geologico peculiare per la lava a cuscino, dorsali oceaniche, placche tettoniche e quattro sistemi vulcanici. Un panorama incontaminato che ti riporta indietro nel tempo.

Imperdibile in questa zona e’ il faro che si trova nella punta a sud ovest ( Reykjanesta). Panorama tipicamente nordico e personalmente (forse colpa anche della pioggia e del brutto tempo) l’ho vissuto un po’ come il quadro “Il viandante sul mare di nebbia”, immersa nei pensieri pre partenza e in quello che hanno accompagnato tutto il viaggio.

La sera ho cercato un campeggio che fosse vicino all’aeroporto e vi consiglio vivamente di andare a quello di Grindavik. La cittadina e’ minuscola, classica zona di pescatori, barche e case locali, ma il campeggio e’ molto ben attrezzato (qui), wifi e zone comuni ben tenute e soprattutto si trova a 15 minuti d’auto dall’aeroporto e a meno di 10 dalla Blue Lagoon.

CONSIGLIO: non mi sono mai preoccupata di prenotare nulla, dalle uscite ai campeggi, e se volete vivervi l’Islanda alla giornata perdendovi sulle sue strate, vi consiglio vivamente di fare come ho fatto. Al limite vi potra’ capitare di dover aspettare il pomeriggio o il turno seguente, ma solitamente le escursioni o le “esperienze” in generale, non richiedono prenotazioni tanto in anticipo. Tutte eccetto la blue lagoon. Ho prenotato l’ingresso il primo giorno a Reykjavik e con un anticipo di 2 giorni ho trovato come unico ingresso ancora disponibile quello delle 9 (di sera). E’ vero che l’area chiude alle 23.30, e se fai piu’ di 2 ore esci bollito peggio di un pesce lesso, rimane il fatto che se volete occuparvi una mezza giornata all’interno, dovrete prenotare con un po’ di anticipo.

L’ultima sera la dedico quindi alla Blue Lagoon (80€ l’ingresso per il pacchetto base = ingresso + maschera bianca). E’ un complesso immenso, molto ben tenuto, capiente e con una vasca gigantesca immersa nelle rocce vulcaniche che contraddistiguono l’area. Lo stabilimenti e’ in fase di ampliamento, quindi se andrete nel 2018 con molta probabilita’ sara’ gia’ finito e colossale. All’interno si entra in costume e un braccialetto elettronico con la quale si paga tutto: serve a chiudere e aprire l’armadietto, tiene in memoria quello che compri e che pagherai solamente una volta uscito, serve per avere accesso alle varie zone\trattamenti che ti spettano. Ho letto molti pareri discordanti su questa “attrazione” e sinceramente sono dell’idea che se andate per la Blue Lagoon, allora vale la pena spendere i soldi in quella maniera. Se volete andare in un bagno geotermale e non vi importa di saltare l’attrazione, ci sono delle strutture che costano meno e che sono molto simili (piu’ piccole ma decisamente meno gente con cui condividere la sauna, la piscina e qualsiasi cosa). Per quanto mi riguarda, tornassi indietro non rifarei la Blue Lagoon ma andrei semplicemente nella piscina di Reykjavik o in quella geotermale di Laugarvatn (ne parlo nel post precedente).

La sera la concludo quindi in completo relax, pronta per prendere il volo di ritorno la mattina seguente. Alle 10 di mattina ho il drop off della macchina (tenete sempre per il simbolo dell’aereo, perche’ i cartelli con direzione Keflavik portano alla cittadina!). Dalla zona di noleggio delle macchine all’aeroporto potete prendere la navetta gratuita che passa ogni 10-15 minuti… E con questo credo anche di aver esaurito tutto quello che potevo dirvi sul percorso e su cosa ho visto e potete vedere dell’islanda!

ULTIMO CONSIGLIO: non ho segnato tutte le camminate disponibili perche’ sono veramente troppo…sulla strada e’ pieno di stradine che partono per camminate piu’ o meno lunghe. Vi consiglio di perdervi in una di queste almeno una volta! 

Reykjavik

Ho deciso di dedicare un post intero a Reykjavik, se lo merita in fondo. Dopo aver snobbato e saltato questa citta’ durante il mio percorso iniziale, ecco che affronto il ritorno alla civilta’.

Come detto nel post precedente il campeggio e’ caruccio rispetto a quelli incontrati fino a questo momento, ma vi assicuro che dopo piu’ di 10 giorni al freddo e in tenda pensare di avere una mega zona comune dove poter rilassarsi e scrivere, leggere o anche solo caricare il telefono sembra un lusso.

CONSIGLIO: ricercando online come campeggiare vi viene immancabilmente offerta la camping card. Io non l’ho usata, non perche’ non sia conveniente ma perche’… no, per me non e’ stata conveniente. Ci sono solo un paio di campeggi convenzionati e ho preferito essere completamente indipendente senza dovermi organizzare di dover raggiungere per forza un determinato posto per dormire di volta in volta.

Come tutte le citta’ nordiche anche Reykjavik e’ inconfondibile per i colori. Su uno sfondo grigio spiccano i tetti e le case colorate, le strade pedonali un po’ estroverse e l’odore di cibo che invade le strade.
Come girarla? Perdendovi.

Personalmente ho lasciato il primo giorno la macchina al campeggio e sono andata a piedi in centro. Sono 45 minuti ad andare all’incirca. Il biglietto del bus one way costava pero’ 400 corone (4 euro) e non mi sembrava il caso di spendere 8 euro per evitare una passeggiata. Diversamente l’opzione migliore poteva essere parcheggiare la macchina nel parcheggio sotterraneo che c’e’ di fianco al porto (1,5 euro la prima ora e poi 1€ le successive). Facendo tutta la strada a piedi sono arrivata direttamente nel centro, senza passare dal porto, e mi ci sono letteralmente persa. La cittadina si estende su una strada principale (Laugavegur). Consiglio personale, se volete bere qualcosa di caldo non potete non entrare al “The Laundromat Cafe”, ambiente accogliente, libri in vista e tante stampe divertenti alle pareti. Il caffe’ e’ relativamente buono per i canoni nordici! Al piano inferiore hanno addirittura un babyparking dove organizzano per i bambini iscritti varie attivita’ e giochi durante tutto il giorno.

Quello che mi ha affascinato maggiormente e’ stato il quartiere piu’ vecchio della citta’ (il Tjornin). E’ caratterizzata da un laghetto e una zona erbosa dove sedersi (se non ha appena piovuto) o su una delle numerose panchine e guardare le immense nuvole che coprono perennemente l’Islanda.
E’ inoltre il posto ideale dove pensare ai souvenir o guardare semplicemente le vetrine!

Il secondo giorno, volendo dedicare solo la mattinata a Reykjavik, ho deciso di muovermi con la macchina. Come ormai avrete capito, non ho speso i soldi nel parcheggio ma sono andata all’N1 (il distributore di benzina che trovate tra il campeggio e il centro della citta’) e ho parcheggiato direttamente dietro alla stazione. Gratuito, nessun controllo e a 10 minuti dal centro! Mi sono quindi dedicata alla parte del porto facendo la lunga passeggiata e entrando in centro solo piu’ per scrivere e imbucare le cartoline. Anche qua, caffe’ speciale in un posto speciale: Ida Zimsen. Anche in questo caso, si tratta di una caffetteria – bistro all’interno di una libreria. L’ambiente e’ caldo e accogliente e frequentato per lo piu’ da islandesi.