Viaggio in Thailandia fai da te – itinerario per due settimane

Il 18 giugno 2018 partii con il mio compagno per quella che divenne la nostra prima avventura: due settimane in giro per la Thailandia con un itinerario abbozzato prima di partire ma liberi di muoverci come volevamo grazie al nostro programma “zaino in spalla”.


Dopo quelle due settimane spesso sono stata contattata per rispondere alle più svariate domande sul mio viaggio: come ci siamo organizzati, dove siamo andati, come ci siamo spostati, quali difficoltà abbiamo incontrato, quanto abbiamo speso…insomma, quelle stesse domande che chiunque voglia partire alla volta della Thailandia potrebbe voler fare. Ho scritto qui quella che è stata la mia avventura giorno per giorno, ma ho deciso di fare una guida introduttiva per poter togliere tutti i dubbi per chi volesse partire alla volta di quella splendida terra che è la Thailandia.

Quando andare in Thailandia

Noi siamo partiti il 18 di giugno ma questo era uno dei periodi più sconsigliati causa piogge e monsoni. Grazie al fattore fortuna abbiamo preso pioggia solamente un paio di volte quando eravamo sull’isola di Phuket. Ad ogni modo il clima migliore è tra novembre e marzo, quando ci sono meno piogge e il clima è meno afoso. In generale, sono sconsigliati i mesi di Aprile, Maggio, Settembre e Ottobre, caratterizzati da piogge torrenziali e caldo soffocante.

Quanto costa un viaggio in Thailandia?

Dipende. E’ forse questa e’ la risposta piu’ giusta perche’ in Thailandia puoi veramente pensare di fare una vacanza all’insegna del risparmio, cosi’ come puoi spendere piu’ del doppio a seconda delle zone che visiti e delle esperienze che vuoi portarti a casa. Tendenzialmente si spende sui 500 euro di volo andata e ritorno con uno scalo e questa per noi e’ stata la spesa piu’ corposa. Per il dormire e il mangiare la spesa puo’ oscillare notevolmente, ma vi faccio il mio esempio:

  • DORMIRE: abbiamo speso tendenzialmente l’equivalente di 15 euro a notte in una doppia in hotel a 3 stelle (che di hotel comunque avevano ben poco ovviamente). La situazione piu’ cara l’abbiamo trovata a Phuket dove per 4 notti abbiamo speso poco piu’ di 100 euro ma, a differenza di Bangkok e del resto dell’itinerario, la nostra disposizione era super pulita e in un contesto molto curato. In totale abbiamo speso sui 250€ per due settimane in due persone.
  • MANGIARE: Bangkok e le isole sono le zone dove pagherai di piu’ per mangiare. Ad ogni modo, e’ pieno di cibo d’asporto lungo le strade e i ristoranti sono molto economici se paragonati a quelli europei. Normalmente facevamo sempre cena al ristorante e abbiamo sempre speso dai 10€ ai 15€ (mangiando veramente in abbondanza). Se poi si va fuori dalle zone turistiche si puo’ spendere ancora meno: ad Ayutthaya abbiamo trovato un posto di fortuna dove fare cena e abbiamo speso 3€ per due curry, una bottiglia d’acqua e una birra in bottiglia.

Itinerario due settimane in Thailandia

Nello specifico abbiamo fatto:



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Thailandia: due giorni a Phuket

Siamo arrivati a Phuket con uno dei tanti voli diretti che potrete trovare da Chiang Mai. Potete prenotare prima il volo spendendo veramente poco (30€ a tratta) oppure prenotare il giorno prima per poco meno di 100€ a volo.

La costa delle Andamane, con le sue acque turchesi, e’ uno di quei classici posti da cartolina che fanno desiderare di lasciare il lavoro e vivere per sempre in infradito. E vi assicuro che appena arrivati, un pensierino l’abbiamo fatto fatto anche noi: aprire una guest house e vivere in un paradiso terrestre, perche’ no.

L’inconveniente di Phuket? Questa destinazione e’ molto conosciuta e le spiagge sono sempre piu’ affollate di viaggiatori, la vita costa mediamente molto di piu’ rispetto a qualsiasi zona della Thailandia, quindi, prima di pianificare il vostro viaggio in thailandia, considerate che due giorni sull’isola potrebbero costarvi come 4 giorni nella zona nord della penisola o un paio di giorni a Bangkok.

Abbiamo prenotato i nostri giorni a Rawai, un po’ piu’ distante da quello che e’ il centro della movida, ma da cui puoi partire per le migliori escursioni via mare. Noi abbiamo pernottato qui, una soluzione super economica ma tenuta veramente bene. La struttura ha a dispisizione degli scooter che possono essere affittati per uno o piu’ giorni… e il consiglio e’ proprio quello di girare l’isola con uno scooter.

Il primo giorno abbiamo deciso di affidarci a un barcarolo che per poco (1000 bath in due) ci ha portato tutto il giorno privatamente a fare snorkeling, a vedere le piu’ belle isole che diversamente ho sempre e solo visto in copertina. Da non perdere assolutamente e’ Coral Island e James Bond Island!

Il secondo giorno abbiamo deciso invece di addentrarci alla ricerca delle stupende spiagge di Phuket:

  • Hat Kata: spiaggia paradisiaca per gli amanti del surf.
  • Hat Karon: piu’ si va a nord piu’ le spiagge diventano belle e dorate, l’acqua e’ uno specchio turchese e le spiagge sono piu’ grandi rispetto a quelle presenti nel sud dell’isola.

71101038_2407191629387818_2529556212005994496_n.jpgLa sera abbiamo deciso di dirigerci verso Patong, una delle poche vere citta’ che possiamo realmente chiamare in questa maniera. La citta’ accoglie chiunque, si puo’ trovare Starbucks cosi’ come i migliori locali dove poter mangiare.

Siamo arrivati a Patong con il taxi e, sinceramente, e’ stata una delle cose piu’ costose: mentre a Bangkok i taxi potevano costare al massimo 300 bath per arrivare a due estremitita’ della citta; Phuket invece e’ decisamente piu’ cara, abbiamo speso infatti per la corsa di andata 500 bath e per quella di ritorno 800 bath. Un salasso. E’ considerata la citta’ del peccato, forse perche’ e’ l’unico posto dell’isola dove effettivamente ragazze provocanti si mettono in mostra, dove ci sono locali per il famoso turismo sessuale di cui spesso si sente parlare.

Sicuramente due giorni non basteranno per poter vedere tutto quello che l’isola ha da offrire, ma per noi e’ stato abbastanza per poter avere un assaggio di questa faccia della Thailandia!

GAGGAN

La domanda che piu’ mi e’ stata fatta da amici e conoscenti dopo aver saputo della cena da Gaggan e’ stata sempre e solo una: quanto avete speso?!

Lo dico subito, non e’ stato economico. Voglio pero’ farvi una domanda: quanto sareste disposti a pagare per andare al concerto di un big americano? 200€? 250€?

Il perche’ di questa domanda e’ semplice, la cena e’ stata una performance a tutti gli effetti con tanto di copione, backstage, artisti, colpi di scena e musica. Si, c’e’ stata pure la musica (in accompagnamento ad un piatto, semplicemente geniale). Aggiungiamo a questa performance che aveva come prezzo base 170€ un accompagnamento di vini. Un bicchiere ogni 2/3 piatti per un totale di 24 portate e 9 vini delle migliori cantine.
Il prezzo a fine serata per due persone e’ quindi decollato, raggiungendo i 700€.

Lo rifarei? assolutamente si.
La cena da Gaggan rappresenta a mio avviso un vero e proprio viaggio esperienziale, dove tutti i sensi sono coinvolti. Il percorso suggerito è composto da numerose portate, che si susseguono abbastanza velocemente, dove la cucina indiana, viene riformulata secondo canoni del tutto nuovi, uscendone arricchita per quanto stravolta. Credo sia inutile raccontare l’esplosione di sapori che ci hanno travolto per tutta la cena, le parole non potrebbero mai eguagliare quello che abbiamo provato. E’ stata una scoperta a tutti gli effetti, piatto dopo piatto perche’ ad accompagnarci non avevamo il solito menu’ ma una lista di immagini che descrivevano il piatto. Una sorta di cena al buio con colpi di scena, vino e molta cordialita’.

 

Come sopravvivere in Tailandia senza glutine.

In Tailandia non tutto sembra quello che in realta’ e’. Quello che ti potrebbe sembrare solo riso, potrebbe in realta’ non esserlo. Quelli che potrebbero sembrare degli innocui spaghetti di riso approvati anche dall’amico Jerry, invece magari non sono cosi’ innocui come sembrano. Quelle verdure che sembrano solo lessate? Meglio non provarle se non vuoi passare il resto della giornata in bagno! (con tutto rispetto per i bagni tailandesi )

Vi state chiedendo com’e’ possibile? Oyster sauce, la (maledettissima) salsa d’ostriche.

I menu’ tailandesi sono quasi sempre gli stessi, addirittura a Bangkok c’e’ chi ha  la copertina uguale, quindi… che cosa possiamo o non possiamo mangiare?
(Premetto che nessun celiaco e’ stato maltrattato per poter fare questa rubrica, tutte le informazioni provengono dal corso di cucina )

 Alimenti ok:

  • Papaya Salad
  • Glass Noodle Salad
  • Fried Rice
  • Chicken Spicy Salad
  • Hot and sour prawn soup
  • Chicken in coconut milk
  • Hot and Sour soup in local style
  • Green/Red/Panang/Khaw Soi/ Massaman Curry –> ho praticamente sempre e solo mangiato tutte le alternative di curry, l’unico alimento veramente sicuro!
  • Banana in coconut milk

 

Alimenti non ok:

  • Stir fries Noodle in Thai Style
  • Stir fries Noodle in Chinese Style
  • Stir fried chicken with cashew nut
  • Stir fried hot basil with chicken
  • Noodle soup
  • Deep fried Banana
  • Sweet Sticky Rice Mango –> a meno che non lo chiediate senza la salsa che normalmente mettono sopra il riso!

Tendenzialmenete se siete in dubbio, andate sempre sul Curry con sticky rice. Ho mangiato anche i glass noodle, ma conviene sottolineare che non si vuole la Oyster sauce perche’ viene generalmente usata per dare il tipico gusto asiatico al piatto!

 

Dear Diary: Thailand vol. IV

Partiamo alla volta di Chiang Mai la mattina presto:
biglietto del treno fatto,
la nostra tipica colazione tailandese (yogurt, banana e succo di frutta) fatta,
puntate di Narcos preventivamente scaricate
… siamo pronti per le 9h di treno che ci aspettano.

Nonostante le infinite ore di viaggio, consiglierei anche a posteriori di fare la tratta con il treno invece che con qualsiasi altro mezzo. E’ una sorta di oriental express che attraversa tutti i paesini, costeggia immense foreste e piantagioni di ogni genere. Il treno e’ attrezzato con colazione, pranzo, merenda e cena e ti da la possibilita’ di incontrare altri turisti sul vagone dedicato ai viaggiatori (il 9).

Ci tengo a sottolineare l’organizzazione che hanno avuto nel trasformare un semplice spostamento in una vera e propria esperienza positiva: alla stazione dei treni, una volta fatto il biglietto, e’ pieno di personale tailandese che ti chiede dove sei diretto e ti accompagna letteralmente al binario  corretto. Una volta saliti in treno siamo stati coccolati da una signora tailandese che ci ha prontamente offerto the/caffe/succhi/acqua. Nulla di paragonabile ai nostri regionali che attraversano l’intera italia e che se sei fortunato ti portano almeno a destinazione, altrimenti nemmeno quello (scusate lo sfogo).

Passiamo il viaggio alternando nasi attaccati al finestrino a puntate di Narcos, le piantagioni viste da vicino e quelle di Pablo, la poverta’ fuori dal vagone e quella della Colombia. Arriviamo in serata a Chiang Mai e alloggiamo qui, dove ci fermiamo due notti. Decidiamo subito di organizzarci le giornate con attivita’ che avevamo visto di poter fare solo a Chiang Mai, un po’ per il contesto e un po’ perche’ essendo fuori dalle zone prettamente turistiche avremmo potuto calarci un po’ di piu’ nella realta’ tailandese. Dopo aver adempiuto al nostro “dovere organizzativo”,  andiamo a cenare al Night Market ( a differenza di quello di Ayutthaya con un po’ di gente per strada! se non sai di cosa sto parlando, clicca qui)

Il primo giorno a Chiang Mai mi ha regalato una delle esperienze che mai dimentichero’ per tutta la vita (il contatto con cui abbiamo organizzato e’ qui).
Iniziamo la giornata con una escursione nella giungla. Partiamo di buon ora con un furgoncino che ci porta all’inizio del nostro hiking selvaggio con una guida a dir poco eccezionale. Essendo in pochi ha infatti la possibilita’ di spiegarci tutto quello che ci circonda: frutti, animali, peculiarita’ della zona e meterologia locale. Dopo poco piu’ di un’ora di cammino arriviamo a destinazione sfatti e bagnati come se avessimo fatto una doccia. Si, esatto, “come se avessimo fatto una doccia” e invece era tutto sudore. Ad accoglierci alla fine del nostro calvario c’e’ pero’ una cascata con una pozza dove poter fare il bagno. Senza pensarci due volte (va beh, io un po’ ci ho pensato per via dell’acqua torbida) ci buttiamo nella pozza d’acqua fresca che sembra la cosa piu’ bella mai vista, dopo la visione dell’acqua fresca in bottiglia. Scendiamo leggermente per raggiungere la nostra seconda attivita’: rafting. Indossiamo elmetto e giubbotto di salvataggio, mettiamo il gommone in fiume e partiamo per gli 8 km di navigazione tra sassi, mulinelli d’acqua, salti e paesaggi da “Il Libro della Giungla”.
Dopo 40 minuti di pagaiate arriviamo nella casa – campo base: fondamentalmente una casa privata, utilizzata come appoggio per poter mangiare e fare da collegamento con altre attivita’ tra cui il santuario degli elefanti e il giro sul Quad.
Ci viene offerto un pranzo semplice ma fatto con amore: alimenti unici e locali, verdure fresche e curry divino.
Subito dopo pranzo saliamo nel cassone di un fuoristrada e veniamo portati nell’oasi degli elefanti.

AVVERTIMENTO: non affidatevi a qualsiasi ente vi capiti a tiro. Spesso gli elefanti vengo picchiati, maltrattati semplicemente per poter essere utilizzati come attrattiva per i turisti. Informatevi prima di acquistare qualsiasi tipo di tour o esperienza con questi splendidi mammiferi.

Nel nostro caso si trattava di una pensione per elefanti. Questa famiglia composta da 3 ragazzi e i genitori, si occupano in tutto e per tutto dei 3 elefanti che nutrono e curano quotidianamente. Nonostante la poverta’ in cui vivono questa famiglia paga l’equivalente di 1000€ a elefante al mese per poterlo nutrire e curare. Gli animali in questo contesto sono infatti completamente liberi, giocano con i ragazzi nell’acqua come veri amici, sono sereni e non subiscono alcun tipo di maltrattamento. L’esperienza e’ qualcosa di unico e irripetibile.

Dopo le mille attivita’ della giornata decidiamo di farci un ultimo regalo: un massaggio tailandese rilassante.

CONSIGLIO: assolutamente da fare almeno una volta, se non potete andare fuori Bangkok scegliete almeno un centro vero e proprio, non i massaggiatori che trovate lungo le strade.

Per il secondo giorno a Chiang Mai decidiamo di imparare qualcosa della cultura locale, ci affidiamo quindi a AsiaScenic per fare una mezza giornata di cucina tailandese nella loro farm.

CONSIGLIO: anche se prenotate la mezza giornata, il corso durera’ fino almeno le 15 di pomeriggio. Non fate come noi che pensavamo di poter dedicare la mattina fino al massimo a pranzo e poter ripartire alle 15 verso una nuova destinazione. Abbiamo perso l’unico pullman della giornata che ci avrebbe portato a Chiang Rai e abbiamo dovuto prendere un nuovo volo per Phuket (con partenza Chang Mai e non Chang Rai) e una  stanza per la notte in piu’ (fortunatamente Rainforest aveva ancora una camera disponibile).

Il corso di cucina e’ stato un’esperienza a 360 gradi: dal mercato e la descrizione degli ingredienti base alla farm che ci ha ospitati. Un sistema completamente autosufficiente di colture, bisogni e servizi soddisfatti dal cerchio che questi tailandesi hanno creato per vivere e sopravvivere senza l’aiuto di fattori esterni. In questo contesto abbiamo imparato a cucinare alcuni piatti tipici della cucina tailandese, tra cui l’immancabile riso al curry.

Avendo perso qualsiasi mezzo per poter andare a Chiang Rai, decidiamo quindi di rilassarci con un bagno in piscina e goderci l’ultima serata a Chiang Mai.

 

Dear Diary: Le domande pre partenza

Ho pensato a che cosa mi sarebbe piaciuto sapere prima di andare in Tailandia. Ma soprattutto, ho pensato di scrivere e dare delle risposte a quelli che erano i miei dubbi pre partenza.

CI SARANNO POSTI PER CARICARE IL TELEFONO?

Assolutamente si, tra l’altro la presa italiana si adatta perfettamente a quella tailandese senza l’uso dell’adattatore.

CI SARA’ IL WIFI O DEVO COMPRARE UNA SIM?

Il mio consiglio e’ di fare la Sim quella da 30 giga direttamente all’interno dell’aeroporto. Il Wifi c’e’ ma solitamente e’ lento e come raccontato nel secondo post, i tassisti solitamente vanno a braccio, meglio avere il navigatore a disposizione ( ci ha salvati parecchie volte!).

QUANTI PACCHI DI SALVIETTINE DOVRO’ PORTARE?

Prima di incontrare il mio ragazzo pensavo che il mio approccio al mondo “igiene” fosse del tutto normale. Normalmente se devo muovermi mi porto dietro le salviettine per me, quelle per i cani e quelle intime. In questo caso mi sono portata 3 pacchi di salviettine normale, due di intime e l’amuchina. Nella mia testa c’era l’idea di un paese povero e quindi anche sporco. E invece no. Stupita da tanta pulizia, ho cominciato a fare una classifica comparata, e il risultato e’ stato questo:

6^ e ultimo posto: bagni dei treni

In questo caso devo essere molto severa, sono sporchi come quelli italiani. L’unica differenza e’ che sono alla turca e non rischi di toccare bordi contaminati mentre cerchi di centrare il buco facendo matrix in un cubo di 1 metro quadrato.

5^ posto: Servizi pubblici non a pagamento

Ho utilizzato uno di questi bagni durante il giro al floating market (il mercato galleggiante) e potrebbe essere paragonabile ai nostri bagni degli autogrill (quelli piccoli che non hanno le faccine post pipi’ experience e che quindi non se li caga nessuno).

Anche in questo caso lo stile pipi’- matrix e’ NECESSARIO per la sopravvivenza.

4^ posto: Bagni bar sulla spiaggia (libera)

Siamo vicini al podio e il livello di igiene si intensifica.

I bagni in questo caso vengono puliti regolarmente. Normalmente vengono distribuiti quei fantastici fogli di carta pre tagliati che servono per coprire l’asse. Cosi’ puoi fare matrix con livello 3/10 di snodatura, lasciare zaino o borsa appesi sul retro della porta senza aver paura di metterti poi sulla schiena chissa’ che batteri.

3^ posto: Bagni ristoranti low budget

Primo gradino del podio e abbiamo dei bagni che riportano addirittura come ci si deve lavare le mani. Della serie: siamo puliti e ti insegnamo ad esserlo. Paragonabile ai nostri ristoranti quotati su tripadvisor con €€ (medio alti)

2^ posto: Bagni ristoranti  medium budget

Livello di pulizia: bagno a casa di amici che puliscono prima di avere ospiti. Ancora mi domando come sia possibile, sicuramente passano due o tre volte a serata per pulire e rinfrescare l’aria.

1^ posto: Bagni pubblici a pagamento (10 centesimi)

Standing ovation sulle note di happy! Nel bagno in cui siamo stati c’era letteralmente la canzone di Pharrel ripetuta a nastro. I bagni sono puliti come nella pubblicita’ dell’anitra wc, c’e’ un inserviente che passa a pulire il bagno appena esci (non subito mentre ti lavi le mani, ma dopo, appena varchi la porta). L’aria condizionata rende l’esperienza mistica, il profumo di muschio placa l’ansia anche ai piu’ maniaci del pulito.

Ci troviamo indiscutibilmente di fronte alla stella Michelin dei wc.

CHE SCARPE PORTARE?

In 15 giorni abbiamo usato 14 giorni i sandali Birkenstock, in camera le infradito normali e un giorno abbiamo usato gli scarponcini bassi perche’ abbiamo fatto hiking nella giungla. Con il senno di poi porterei comunque queste tre scarpe.

COME FACCIO A PORTARE A CASA TUTTI I SOUVENIR CHE COMPRERO’?

Preparatevi perche’ sto per condividere un’idea del tutto geniale.

Preambolo: siamo partiti con uno zaino da 8kg in stiva e un marsupio a testa. Siamo tornati con 16.5kg di zaino in stiva, un nuovo zaino come bagaglio a mano e l’inseparabile marsupio. Se ve lo state chiedendo, si i 16.5kg erano a testa.

Vi state chiedendo come sia possibile?  Tanto allenamento pre partenza!

Come mai cosi’ tanti kg? Abbiamo comprato piatti, bicchieri, cucchiaini, vassoi, teiere, regali per genitori/sorelle/fratelli/nipoti/amici, lampade e amache. Insomma, tutta roba a cui non potevamo assolutamente rinunciare.

Come avete letto nel primo post il mio zaino e’ stato un umilissimo 60L. A Bangkok ho pero’ trovato uno zaino che volevo assolutamente comprare perche’ in italia per 15€ potrei comprarne solo una bretella. L’ho quindi riempito e attaccato le bretelle sulla chiusura del mio zaino da 60L. Se vi state immaginando la scena, fondamentalmente avevo uno zaino su un altro zaino. In aeroporto avrei dovuto dichiarare due bagagli in stiva, ma ecco l’illuminazione: prendete l’antipioggia e coprite entrambi gli zaini, andate dall’incelofanatore di valige e fategli gli occhi dolci, fatevi incelofanare i due zaini che cosi’ sembreranno un unico bagaglio, pronto per essere spedito in stiva!

SOLDI: QUANTI, COME E DOVE LI CAMBIO?

Anche in questo caso abbiamo cambiato i primi soldi direttamente in aeroporto. Avevamo 250 euro che abbiamo cambiato in bat in modo da poter star tranquilli almeno per i primi giorni. Ci sarebbero tra l’altro serviti per poter pagare il taxi che ci avrebbe portato a Bangkok, il primo cambio e’ stato quindi una necessita’.
Normalmente abbiamo poi prelevato agli sportelli ATM con qualsiasi carta, e pagato hotel/escursioni con la carta di credito. Anche se in banca dovessero dirvi diversamente (come avevano detto a noi), all’estero prendono solo ed esclusivamente circuiti Mastercard e Visa, quindi se avete Bancomat/Maestro/V-Pay potrete solo prelevare ma non pagare direttamente ai pos.

Videotelling

I 5 MIGLIOR LOCALI DOVE ABBIAMO MANGIATO.

 

  1. SPEAKEASY BAR (Bangkok)
    Ci siamo arrivati per caso e devo dire che la sorpresa e’ stata duplice: locale super “cute” all’ultimo piano dell’hotel con vista su tutta Bangkok e cocktail strepitosi.
    Assolutamente da non perdere!
  2. BUSABA CAFE (Ayutthaya)
    In stile oriente – occidentalizzato, abbiamo pranzato con un ottimo curry in un’atmosfera cordiale e pulita. Uno dei localini che piu’ mi e’ piaciuto perche’ sono riusciti a unire perfettamente lo stile tailandese ad una concezione piu’ moderna.
  3. NIKITAS (Phuket)
    Locale molto easy, in parte sulla sabbia e a bordo mare. Abbiamo mangiato addirittura due volte perche’ il livello qualita’ prezzo e’ stato uno dei migliori. Super cordiali, capiscono abbastanza l’inglese e l’atmosfera e’ imbattibile.
  4. HONEYMOON (Phuket)
    Che tu sia novello sposo oppure no, che tu sia innamorato oppure no, l’esperienza e’ quella di una luna di miele. Nonostante la difficolta’ di alcuni camerieri con l’inglese, ti offriranno sempre una cena indimenticabile con tanto di piattini per le congratulazioni, assaggi ad hoc per rendere quel momento unico ed inimitabile.
  5. CORSO CUCINA CON ASIA SCENIC (Chiang Mai)
    Non e’ un locale, ma lo metto nella top five dei posti dove mangiare. Il miglior curry l’ho mangiato grazie ad Asia Scenic e l’ho cucinato con le mie mani. Una soddisfazione immensa e una preparazione/attenzione unica. Il consiglio e’ di fare la mezza giornata (occupa dal mattino al pomeriggio alle 15) in cui potrete vedere un villaggio che vive di autosussistenza e potrete imparare a cucinare alcuni piatti tailandesi.

 

 

Dear Diary: Thailand vol. III

Volume III  →  Ayutthaya

Durante il secondo giorno a Bangkok abbiamo cominciato a informarci su come poter raggiungere Ayutthaya il giorno seguente. Ci siamo affidati ad una delle tante agenzie di viaggio UFFICIALI (la nostra era su Khao San Road) che per pochi bath ci ha organizzato prima il pulmino e poi il pullman per Ayutthaya. La partenza era prevista per le 8.30 e l’arrivo verso le 11.30.  Il terzo giorno siamo quindi partiti alla volta dell’antica capitale thailandese.

Arrivati nell’antica citta’ siamo andati a posare i bagagli (qui) e abbiamo affittato due biciclette per 50 bath (1,50€ per tutto il giorno). Perche’ girare con la bici?
Ayutthaya e’ un immenso parco di rovine, statue, templi ed elefanti che camminano per la piccola cittadina. Abbiamo scelto la bicicletta perche’ dopo 2 giorni non ci sentivamo ancora sicuri a guidare lo scooter in uno stato con “la guida al contrario” ma volevamo comunque poter percorrere piu’ km di quanti avremmo mai potuto fare andando a piedi.

Pedalando in una delle giornate piu’ calde dell’intera vacanza, abbiamo ficcato il naso nel:

  • What Phra Si Sanphet
  • Wat Mahathat ( dove si trova la testa del buddha incastrata tra le radici di un albero)
  • Wat Chaiwattanaram
  • Wat Phanan Choeng

Come avrete ormai capito, non amo troppo le descrizioni sterili, ecco perche’ ho deciso di raccontare la nostra giornata in una maniera un po’ diversa, si potrebbe dire anche piu’ personale. Se la giornata potesse essere un flusso di pensieri , sarebbe qualcosa di simile a questo:

bici con ruote sgonfie, caldo atroce, templi belli bellissimi, andre alla ricerca dell’ombra che non c’e’, cocco ed altri rimedi, i gabinetti a 5 centesimi hanno l’aria condizionata e ripetono a nastro “happy” di Pharrel Williams, i passi soffici degli elefanti sull’asfalto, non passare nel fango con la bici perche’ non e’ fango ma cacca e con il caldo puzza ancora di piu’, perdere il lucchetto, cercare di comprare un lucchetto nuovo andando in giro con la foto sul telefono manco fosse un desaparecido, trovare un lucchetto alle 15.30 e poter finalmente andare a mangiare, baciarsi in un posto probabilmente sacro e farsi insultare da tutti i bambini che gridano “no, no, no” con sguardi sconvolti, scoprire di aver lasciato l’aria condizionata accesa in camera e passare da 40 gradi esterni a 5 gradi, night market che alle 9 di sera chiudono, cani, altri cani, tanti cani randagi che non ci fanno tornare a casa, panico, bussare a casa di uno per cercare di farsi riportare al resort, persona nella veranda che affila una sega, pick up che finalmente ci porta a casa.

 Suggerimenti utili:

  • abbiamo mangiato pranzo in un posto super pulito, con personale estremamente cordiale e una cucina ottima ⇒ Busaba Cafe’
  • dopo le 20.30 ad Ayutthaya non girano nemmeno i taxi e tuk-tuk. Se volete andare in centro, organizzatevi anche il ritorno perche’ difficilmente riuscirete a trovare un passaggio.
  • CANI: e su questo argomento vorrei aprire delle parentesi graffe (non tonde, non quadre ma si, addirittura graffe). Di giorno vedrete cani randagi dormire in ogni angolo della citta’, letargici e innocui; di notte non li vedrete nemmeno, sentirete solo i ringhi (al plurale perche’ sono solitamente in branco) all’imbocco di ogni via che vorrete percorrere.

Dear Diary: Thailand vol. II

BANGKOK giorno 1 e 2.

Il nostro aereo atterra a Bangkok alle ore 9.40 di mattina e siamo finalmente turisti in servizio verso le 13.Ora di pranzo. Dopo mille miliardi di ore di volo. Dopo la tensione della partenza/coincidenze da prendere/aspettative da soddisfare. Abbiamo inevitabilmente ridimensionato da subito il nostro piano contando sul fatto che a Bangkok saremo comunque ritornati prima di tornare in Italia. Abbiamo quindi scelto di vedere meno ma meglio questo primo assaggio di cultura tailandese.

TRASPORTO AEROPORTO – CITTA’: partendo dall’aeroporto avrete una fee fissa di 50 bat, piu’ il conto del tachimetro, piu’ altri 75 bat per i caselli che il taxi deve passare per poter entrare nella cintura del centro. Complessivamente la spesa puo’ variare dai 550 agli 800 bat.

TRASPORTO IN BANGKOK:

  • Tuk-Tuk: vi faranno sempre un prezzo che DEVE essere contrattato. Tendenzialmente in 2 potete arrivare ovunque con 250 bat.
  • Taxi: sono molto piu’ lenti dei tuk-tuk ma costano relativamente meno (quando fanno partire il tachimetro). Tendenzialmente con 150 bat fate 20-30 minuti di strada. 

Una volta posati gli zaini in hotel (questo qui), ci siamo catapultati tra le vie afose e piene di smog della citta’.

Devo ammettere che nel mio sogno di vacanza non avevo contemplato il fatto di dover convivere almeno in parte con un cosi’ alto tasso di smog.

Le prime ore potrebbero essere descritte cosi’:

  • tassisti che non sanno l’inglese e usano il tuo google map per portarti nel posto che vuoi, altrimenti ti scaricano al primo centro commerciale che pensano di aver capito.
  • temperatura esterna tra 35 -38 gradi (all’ombra)
  • temperatura dei centri commerciali da piumino cento grammi
  • temperatura nei taxi da guanti e giacca da sci.
  • E’ possibile sudare contemporaneamente in ogni millimetro del proprio corpo
  • Si deve contrattare tutto perche’ tutto puo’ avere un prezzo piu’ basso. Tranne l’acqua, quella paghereste anche oro pur di poterla bere.

Frastornati dal caos di una citta’ tanto grande quanto poco cosmopolita, decidiamo di farci trasportare dal flusso di persone. Arriviamo cosi’ al tempio Wat Arun (o anche chiamato templio dell’alba), aperto fino alle 18.30.

N.B.: Tendenzialmente i templi chiudono verso le 15.30-17.00, pianificate quindi quelli con la chiusura anticipata di mattina  e quelli con la chiusura verso le 17-18 nel pomeriggio.

Se siete curiosi come lo siamo stati noi, vi perderete dietro alle storie raccontate intorno ai buddha, le tradizioni, gli omaggi, gli incensi e non riuscirete a vedere piu’ di due templi al giorno.

OFF-TOPIC:quando dico che ci siamo fatti trasportare, non lo dico tanto per dire. In uno dei templi un ragazzo della sicurezza e’ venuto a prenderci perche’ stavamo andando nelle camere private dei monaci dove si ritiravano per dormire. Forse potevamo capirlo essendo gli unici a “passeggiare” in quell’area, ma la curiosita’ ci ha spinti verso l’infinito e oltre.

La prima sera abbiamo voluto fare gli splendidi andando a cena da Gaggan, il miglior ristorante stellato dell’intera Asia. Piu’ che una cena e’ stato uno spettacolo andato in scena portata dopo portata, bicchiere di vino dopo bicchiere di vino. Questa e’ stata la spesa piu’ grossa affrontata in tutto il viaggio: 700€ di cena per due persone, 28 portate e innumerevoli bicchieri di vino che accompagnavano al massimo 3 portate l’uno. Inutile spiegare quanto sia stato difficile uscire dal ristorante mantenendo un minimo di decoro. Avendo peccato in lucidita’ verso la fine della serata, non saprei dirvi chi dei nostri 3 umili e servizievoli camerieri ci ha chiamato il taxi per riportarci all’hotel. Un servizio impagabile.

Il secondo giorno ci alziamo con tutta la calma che un dopo sbronza puo’ richiedere, facciamo check out, ci spostiamo in un hotel un po’ piu’ centrale ( questo qui) e andiamo alla scoperta del tempio che devo ammettere mi e’ rimasto piu’ nel cuore: il Wat Pho, il piu’ grande e anche il piu’ antico a Bangkok.

IMPORTANTE: per poter entrare nei templi bisogna rispettare un dress code molto rigido sia per gli uomini che per le donne. Bisogna sempre avere le spalle coperte, per gli uomini i pantaloncini devono essere fino al ginocchio e per le donne polpaccio, si puo’ entrare solo ed esclusivamente scalzi.

Ammaliati dall’immensità dei Buddha, dalla sontuosita’ architettonica e dai canti di preghiera, decidiamo di muoverci verso il centro solo verso le 15.30, quando ormai l’appetito aveva cominciato a farsi sentire prepotente.

Dopo un buon piatto di green curry con lo sticky rice ci rimettiamo in cammino verso il quartiere piu’ festaiolo di Bangkok: Khao San Road.

Il quartiere si articola su una infinita’ di stradine coperte di bancarelle e negozi che si trasformano di notte per poter approcciare una clientela piu’ giovane e in cerca di cibo e divertimento. Ci imbattiamo (o forse sarebbe meglio dire che loro si sono scontrati con noi) nei rivenditori di gas esilarante. Devo ammettere che per una decina di minuti abbiamo anche pensato di provarlo, poi una serie di sfortunati eventi mi sono passati per la testa: la possibilita’ di rimanere talmente intontito da farmi portare via borsa, soldi, telefono, passaporto; dover andare all’ambasciata per lo smarrimento del passaporto passando da un internet point con un tailandese che non parla inglese, farmi stampare la cartina, doverci andare senza google map, chiedere soldi a dei turisti per poter mangiare, non aver soldi per poter chiamare casa e dire che in fondo sono ancora viva, per poco, ma sono ancora viva. Abbiamo quindi abbandonato l’idea e sulla via del ritorno ci siamo informati sugli effetti che il gas esilarante poteva procurare: ECCO, NO, NON PROVATELO.