La Puglia e’ da sempre un ponte sul Mediterraneo, terra di conquista ed accoglienza, generatrice di cultura e interprete di influenze straniere. Accoglie ogni anno circa 4 milioni di visitatori italiani e stranieri, ma per poterla conoscere in ogni suo aspetto bisogna prepararsi al meglio.
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Il clima mite tipicamente mediterraneo della Puglia, con inverni miti ed estati calde, consente il turismo 12 mesi l’anno.
Se in alta stagione i prezzi sono elevati, e maggiore e’ l’affollamento, si potra’ pero’ godere appieno della bellezza delle estati in pugliesi. In primavera e autunno prezzi e clima rendono il soggiorno particolarmente piacevole.
La Settimana Santa in Puglia
Sara’ impossibile per un viaggiatore che visita la Puglia non imbattersi in una festa patronale. Ma e’ la settimana che precede la Pasqua ad essere il vero momento di profonda partecipazione e coinvolgimento emotivo.
Tra le piu’ coinvolgenti:
La Processione della Desolata a Canosa di Puglia
La Processione dell’incontro a San Severo di Puglia
Il venerdi’ Santo a Gallipoli
La Processione dell’addolorata a Gallipoli
Programmare il viaggio: un week end, una settimana, due settimane in Puglia
Il Tavogliere delle Puglie rappresenta la piu’ grande pianura d’Italia dopo quella Padana; i 19’540 km2 su cui si estende la superficie regionale rendono la regione Puglia un territorio molto ampio da esplorare. Si articolano 800 km di coste, cui si aggiunge a nordest l’arcipelago delle isole Tremiti.
Il territorio interno e’ ripartito in sei province:
Bari, citta’ metropoli e capoluogo di regione;
Foggia, la provincia piu’ settentrionale della Puglia;
Barletta – Andria – Trani, il comprensorio che recupera i confini della cosiddetta Puglia Imperiale;
Taranto, nate dal quella che era la Terra d’Otranto;
Brindisi, porto romano per eccellenza
Lecce, l’estrema provincia meridionale, anche conosciuta come la Firenze del Sud.
Qui trovi la guida che ho utilizzato per pianificare i miei viaggi in Puglia!
Un week end in Puglia
Un fine settimana potra’ essere sufficiente per scoprire solamente i capoluoghi:
Bari e le sue chiese romaniche
Taranto con i suoi due mari e i tesori del Museo archeologico nazionale
Lecce e il barocco leccese
Una settimana in Puglia
Gli itinerari per una settimana in Puglia sono quelli che abbiamo effettivamente fatto a Settembre e Ottobre 2021. Qui trovi gli articoli in cui ne parlo:
CHE COSA CONSIGLIAMO PER: Due settimane in Puglia
Due settimane sono appena sufficienti per:
Muoversi nel cuore del Salento: Otranto e i comuni della Grecia Salentina, Gallipoli, Ugento, Santa Maria di Leuca , Galatina, Poggiardo e Specchia
Il Gargano e le Isole Tremiti: passando per la Forestra Umbra, Vignanotica, Vieste, Ischitella, Vico del Gargano, Isola di San Nicola (i traghetti partono da Vieste), San Domino (leggi qui il nostro percorso)
La Valle d’Itria e il Brindisino: dalla Riserva naturale di Torre Guaceto, a Ostuni, Torre di Canne, Savelletri, Oria, Mesagne, Cisternino, Locorotondo, Martina Franca, Alberobello.
Vieste: il nostro punto di partenza per una settimana in Puglia.
Probabilmente fondata da Dauni, successivamente colonia greca e poi municipium romano, e’ da sempre stata contesa per la sua posizione.
Il borgo di Vieste e’ affascinante ed arroccato tra le scalinate e i vicoli intorno alla Punta di San Francesco, dove si trovano la Chiesa e il Monastero omonimi.
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Perche’ abbiamo scelto Vieste come soggiorno per visitare la zona del Gargano.
Il dubbio poteva essere soggiornare a Vieste o Mattinata, ma alla fine abbiamo scelto Vieste perche’ e’ esattamente a meta’ tra tutte le destinazioni che ci siamo prefissate per la vacanza.
Nota da ricordare: da Vieste partono anche i traghetti per le isole Tremiti.
Partendo con due bambini di 2 anni, la nostra partenza e’ costata una sveglia alle 4.00 di mattina in modo da poter viaggiare con i bambini addormentati per un bel tratto di strada.
La prima tappa l’abbiamo fatta a Lesina: colazione sul lago per sgranchire le gambe prima di arrivare a Vieste. Considerate che da Lesina a Viesterimane un’oretta di viaggio, tutta curve e stradine strette. Per noi e’ stato perfetto poterci fermare e far svagare i bimbi prima dell’ultimo pezzo di strada.
Arrivati a Vieste, ci siamo organizzate in modo da andare a fare spesa per poter pranzare, riposare ed essere pronti per il pomeriggio. Nel nostro caso abbiamo scelto il mare di Vieste: avendo fatto molta strada ci e’ sembrata una scelta ideale per poter far sfogare i duenni.
DOVE ABBIAMO MANGIATO
COLAZIONE: Mini Bar di Argentieri Marianna (per una colazione vista lago)
Dopo un meritato riposo post viaggio, abbiamo puntato subito alla Foresta Umbra a 1 ora e 20 di macchina da Vieste.
Abbiamo passato la mattina a visitare la foresta senza farci mancare l’imperdibile tappa “Daini“. Poco distante dal centro potete trovare una parte di foresta recintata e abitata da dei bellissimi Daini. Non si puo’ dare da mangiare agli animali, ma e’ possibile acquistare il mais per poterli far avvicinare.
Sulla via del ritorno siamo passati da Rodi Garganico dove ci siamo persi tra i vicoli caratterizzati da murales e scritte locali. Una vista e un’atmosfera unica!
GIORNO 3 – Da Vieste a Mattinata su litoranea e la Baia di Vignanotica
Da Vieste trovate le indicazioni per arrivare a Mattinata percorrendo tutta la strada litoranea, un percorso pieno di curve ma con delle visuali mozzafiato. Il mio consiglio e’ quello di fare questa strada e fermarvi quando vedete delle piazzole di sosta perche’ si nascondono degli scorci unici e mozzafiato!
Come abbiamo gestito un percorso di questo genere con due bambini piccoli in macchina?
Prima di partire ci siamo fermati a prendere il caffe’ sulla lunghissima spiaggia dove potete ammirare il Pizzomuno.
Abbiamo dato libero sfogo a corse, capriole e a tutta la vivacita’ che potevano avere. Una volta in macchina si sono addormentati dopo pochi chilometri (e siamo state consapevoli che questo avrebbe pregiudicato il sonnellino pomeridiano).
Dopo aver seguito la litoranea fino a Mattinata, abbiamo girato il centro del paese e fatto pranzo in una via tra le piu’ caratteristiche del paese
Dopo pranzo abbiamo ripreso la macchina in direzione Baia di Vignanotica. Con le sue falesia bianche a piccol sul mare, si arriva percorrendo la SP53 che conduce a un parcheggio a pagamento (10€ per tutto il giorno, 5€ per il pomeriggio). Da qui ha inizio un sentiero che arriva fino alla spiaggia.
NOTA: il sentiero viene descritto come “asfaltato” e quindi percorribile con il passeggino. Non e’ asfaltato, e’ ghiaioso e con pietre non adatto quindi a tutti i passeggini. Detto cio’, siamo riuscite a scendere e salire con i bambini nel passeggino ma con un po’ di fatica.
La spiaggia e’ ben attrezzata e sono presenti due bar a disposizione.
Abbiamo passato il pomeriggio nella spiaggia libera e siamo tornati a Vieste al calar del sole.
DOVE ABBIAMO MANGIATO
COLAZIONE: Lido Golden Beach di Vieste
PRANZO: La Vineria di Mattinata (prezzo nella media)
MERENDA: Lido Baia dei Gabbiani
CENA: Molo 54 (prezzo medio alto, ma cucina strepitosa. Hanno alternative anche per celiaci, consigliatissimo il caciocavallo alla griglia, il piu’ buono mai mangiato)
GIORNO 4 – Baia Mannacora e la Litoranea verso Peschici e il paese
In direzione Peschici, abbiamo fatto una tappa a 15 minuti dall’arrivo per visitare una nuova Baia e far giocare i bambini. L’idea iniziale era di arrivare alla spiaggia di Zaiana, difficile pero’ da affrontare con due bambini piccoli.
Abbiamo quindi optato per la piu’ facilmente raggiungibile Baia Mannaccora, una delle localita’ storiche del Gargano.
Dopo la breve tappa siamo ripartiti in direzione Peschici. Non e’ facile descrivere il colpo d’occhio che sorprende il visitatore che arriva a Peschici: si distingue molto dagli altri paesi del Gargano quasi a ricordare i paesi delle Cicladi (fu infatti findata da popolazioni slave nel X secolo).
Dopo il pranzo abbiamo ripercorso la litoranea in senso opposto e ci siamo fermati nell’imperdibile spiaggia di Torre di Sfinale.
CENA: La Cantina a Vieste (scongliatissi, prodotti non di qualita’ e abbiamo aspettato 1h un petto di pollo per i bambini)
GIORNO 5 – Vieste: dal centro al mercato cittadino
Abbiamo deciso di dedicare l’ultimo giorno a Vieste: partendo dalla parte storica siamo arrivate al mercato cittadino. Per poterla visitare bastera’ perdersi tra le piccole vie che la compongono e lasciarti trasportare dai colori e dai profumi che aleggiano.
DOVE ABBIAMO MANGIATO
COLAZIONE: Bar Caffe’ Seggio ( e’ il bar nell’unica piazzetta interna del centro storico. Vista stupenda)
Hai a disposizione una settimana per visitare una parte della Puglia?
Se stai cercando un’alternativa valida che non sia sul Gargano ma piu’ a sud, questa guida fa per te! Una settimana tra Bari e Monopoli, attraverso le piu’ belle spiagge della costa.
Hai a disposizione due settimane per visitare la Puglia?
Puoi pensare di fare una settimana sul Gargano tra Peschici, Vieste e Mattinata; la seconda settimana scendere sulla costa da Bari a Monopoli.
PRIMA DI PARTIRE SCARICA LA TRAVEL CHECK-LIST! LO STRUMENTO INDISPENSABILE PER RICORDARTI DI PORTARE TUTTO IL NECESSARIO NELLA TUA VALIGIA 🙂
Vallo a spiegare a chi non e’ nato a Vieste, che le case bianche, unite da archetti, a strapiombo sulla roccia, non sono spolverate da borotalco. E’ l’intonaco, in pieno stile mediterraneo, a dare a Vieste questo candore, quasi accecante.
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Visitare Vieste – tutti i consigli utili
Il bianco e’ il colore che domina ovunque: tra le viuzze talmente strette che fa fatica a passarci una macchina, alle scalinate che confluiscono alla piazza centrale. Perdersi in questi vicoli e stradine e’ l’unico modo per conoscere Vieste.
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Si puo’ partire dal punto piu’ alto dove si trova il castello di origine normanno – svevo; da questo punto c’e’ una vista mozzafiato sul mare. Poi si puo’ proseguire con una visita alla Cattedrale in stile romanico e il campanile in stile barocco, fino alla “Chianca Amara”, la pietra (anch’essa bianca) che ricorda l’eccidio dei viestani da parte dei pirati turchi.
Imperdibile, poi, il mercato di Vieste con tutti i prodotti tipici della tradizione: dai formaggi, ai peperoncini, ai prodotti sott’olio. Perdetevi tra i sapori di questa terra, unici ed inimitabili.
Il faraglione di Pizzomunno – la leggenda
Narra la storia d’amore tra una fanciulla di nome Cristalda, dai lunghi capelli color oro, e un giovane pescatore, Pizzomunno.
Ogni giorno Pizzomunno, con la sua barca, andava per mare e le sirene, ammaliate dal suo sorriso, emergevano dalle onde e intonavano in suo onore melodiosi canti marini.
Queste creature erano prigioniere dello sguardo di Pizzomunno, ma lui amava solo Cristalda e vane erano le offerte delle sirene. Una sera, le sirene prese da eccesso di gelosia, aggredirono Cristalda e la trascinarono nelle profondita’ marine. Invano Pizzomunno rincorse la voce disperata dell’amata ed il mattino successivo, i pescatori, trovarono sulla spiaggia quel bianco scoglio che la leggenda dice essere il giovane Pizzomunno pietrificato dal dolore. Si dice che solo ogni cento anni le sirene consentono all’infelice Cristalda di riemergere, per ritrovare il suo amante e rivivere cosi’, solo per un giorno, il loro amore.
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Immersa in una delle aree marine piu’ belle d’Italia, protetta dal Parco Naturale, offre scenari d’acqua e terra davvero unici: un paradiso naturale per gli amanti del relax, dove praticare vari tipi di sport, da esplorare a piedi, in mountain bike o a cavallo e fare interessanti scoperte d’arte e soste gourmet.
Qui ti consiglio la guida per poter conoscere Le Marche ed Ancona.
Ancona citta’ di tradizione e bandiera Blu
Ancona, capoluogo con una grande vocazione marinara, e’ la citta’ bandiera blu che racchiude in se una grande tradizione culinaria che si e’ fatta influenzare anche dalle terre piu’ lontane grazie al suo rinomato porto (via principale per il commercio con l’est).
Dal porto, infatti, si puo’ raggiungere in pochi minuti il centro storico dove sono concentrati i bei palazzi, i luoghi di fede , quelli della cultura e della movida. Convivono infatti in armonia la Chiesa di San Domenico e il Palazzo del Governo, la Torre Civica , la biblioteca e il museo della Citta’.
Che cosa mangiare ad ancona: 5 piatti da provare assolutamente in terra marchigiana.
Non sono cozze, sono Moscioli!
Attaccati alle pareti del Monte Conero i moscioli selvatici sono ormai diventati tipicità e specialità culinarie uniche della zona che si trova solamente nel periodo da aprile ad ottobre. Oggi il mosciolo del Conero è diventato presidio Slow Food e il mio consiglio e’ quello di provarli cucinati alla marinara: con abbondante olio di oliva, limone, prezzemolo e pepe macinato fresco.
I Paccasassi
E’ un finocchietto marino, per intenderci, che quasi scompare d’inverno per ricomparire in primavera nella zona del Monte Conero. Si abbina alla mortadella, al tonno oppure in antipasto (paccasassi e le alici marinate, come propongono al ristorante Emilia di Portonovo) e si può usare anche per marmellate e salse.
Crocette o Bombetti In Porchetta All’anconetana
Sono un piatto di molluschi dal sapore unico dato dal finocchio selvatico e il rosmarino, in combinazione con l’aglio, il pomodoro, il peperoncino e il vino bianco.
Gnocchi alla papera
Piatto tipico della tradizione marchigiana: un piatto di fatto povero ma ricco di gusto, come tutti i piatti che arrivano dalla tradizione popolare. Un sugo d’anatra corposo che sa di entroterra.
Pizza al formaggio
Si chiama pizza ma somiglia più a una torta soffice, a un panettone salato, con uova e formaggio. Che sia una ricetta tipica del periodo di Pasqua lo fa intendere anche il procedimento per la ricetta originaria della Pizza di Pasqua, che voleva fossero utilizzate 40 uova (tante quanti i giorni della Quaresima)
Dove mangiare ad Ancona
In estate Ancona comincia a prendere vita soprattutto la sera a partire dal tramonto quando iniziano gli aperitivi, che si consumano principalmente in quella che viene chiamata Piazza del Papa (Piazza del Plebiscito) per via dell’enorme scultura di Clemente XII che svetta sul ripiano al centro della piazza.
Qui ti consiglio la guida per poter conoscere Le Marche ed Ancona.
Dove fare colazione?
Durante il periodo estivo, la mia scelta e’ solo una e ne avevo parlato nell’articolo qui sotto:
In una delle spiagge assolutamente da non perdere nel vostro soggiorno ad Ancona o dintorni c’e’ la possibilita’ di gustare la colazione migliore che abbiate mai fatto. Qui ti consiglio la guida per poter conoscere Le Marche ed Ancona. Chi non conosce Portonovo? La bellissima spiaggia dominata dalla massiccia presenza del monte Conero alle spalle…
Fare cena ad Ancona
Da Piazza del Papa si sale poi verso via Pizzecolli per un incontro ravvicinato con l’arte; la strada e’ punteggiata da edifici nobiliari tra cui Palazzo Bosdari che ospita la Pinacoteca Civica.
A pochi passi si mangia da “La Degosteria“, cucina del territorio in chiave contemporanea. Riconosciuti per lo stoccafisso all’Anconitana, propongono piatti della tradizione con grandi ingredienti studiati in maniera del tutto originale.
Ad accompagnare i piatti, una cantina di tutto rispetto con un occhio di riguardo per la selezione di vini del territorio (cantina “La Calcinara” da provare assolutamente). Sono inoltre attrezzatissimi anche per le persone celiache o con allergie alimentari.
Se state pensando di fare il Cammino materano e cercate tutte le informazioni necessarie per realizzare quest’avventura straordinaria, siete QUASI nel posto giusto. Dico quasi perche’ l’avventura l’ha fatta un’altra Giulia (ps: posso dirlo? Penso proprio di si visto che cosa ha fatto…quindi lo dico: un nome, una garanzia. Ecco, l’ho detto.)
A luglio 2021 Giulia ha affrontato il suo cammino materano e io mi sono immersa in questo viaggio insieme a lei, attraverso i percorsi, la storia, le curiosita’ e tutte le casette che l’hanno ospitata strada facendo.
Le tappe del Cammino Materano: da Bari ai Sassi unesco di Matera
Nella sua guida su thelostavocado potete trovare tutte le tappe che ha fatto da Bari ai Sassi UNESCO di Matera lungo la via Peuceta.
Che cosa troverete in questa guida? Tappa per tappa troverete una infinita’ di curiosita’, di storia locale e di informazioni utili per dormire e (soprattutto) mangiare. Giulia racconta questo cammino a cuore in mano, mettendo tutta la sua abilita’ nella scrittura al servizio delle terre che ha pestato, passo dopo passo.
La guida completa per il cammino Materano: la lista per preparare lo zaino, i contatti utili, le vie e le tappe, dove dormire, dove mangiare e i must have per affronatre la Via Peuceta in 7 giorni.
Sono 75 pagine di guida scritte da Giulia in maniera magistrale (l’ho gia’ detto che scrive benissimo?!). Dopo questa guida il prossimo passo e’ scrivere per la Lonely Planet, ne sono sicura.
E dunque come ottenere questo preziosissimo lascito per i futuri viaggiatori della via Peuceta? Vi basta chiedere a Giulia!
Mandatele un messagino su IG o passatela a trovare sul blog thelostavocado. Sono sicurissima che una volta scoperta verrete travolti dai suoi viaggi, dalle sue mille perle e dai contenuti sempre super interessanti.
Ho imparato a scoprire Ancona un po’ alla volta. Non avendo la fretta di un turista, ho potuto assaporarmi i panorami, i momenti e le storie che questa città ha da offrire. E come molte altre città italiane, anche ad Ancona possiamo ammirare un marcato contesto storico che avvolge tutto il contesto.
La storia di Ancona
Ancona, capoluogo di regione delle Marche, fu fondata da esuli siracusani intorno al 390 a.C. e conservò i caratteri della sua origine greca anche sotto il dominio romano. È posta sul promontorio del Monte Conero, si affaccia direttamente sul mare. La città si sviluppò notevolmente quando l’Imperatore Adriano ampliò il piccolo porto, da sempre d’importanza strategica per i traffici adriatici. Affacciata sul mare Adriatico, in cui sorge tutt’ora uno dei maggiori porti italiani,Anconaè una città d’arte con un centro storico ricco di monumenti e con una storia millenaria, è uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione.
Cose da vedere ad Ancona
Qui ti consiglio la guida per poter conoscere Le Marche ed Ancona.
1. Il Passetto
A pochi passi dalle vie del centro, e’ uno dei posti piu’ caratteristici della cittadina. Il monumento principale è quello ai caduti della prima guerra mondiale, costruito in bianca pietra d’Istria e circondato dalla panoramica Pineta del Passetto. La costa in questo punto e’ caratterizzata dalle tipiche grotte che in estate prendono vita e diventano una seconda casa per gli anconetani che vogliono viversi il mare rimanendo in citta’.
E’ una delle quattro piazze principali di Ancona (le altre sono piazza della Repubblica, o del Teatro, piazza Roma e piazza Cavour). La sua forma è singolare: rettangolare molto allungata; inoltre particolare è anche il fatto che comprenda vari livelli, collegati da due rampe e da scalinate. Su di essa si affacciano alcuni tra i più importanti monumenti cittadini: il Palazzo del Governo, con la sua torre, la chiesa di San Domenico e, svettante sul ripiano al centro della piazza, la statua di Clemente XII, il papa che, novello Traiano, fu responsabile della rinascita del porto nel Settecento.
3. Duomo di San Ciriaco
La cattedrale e’ dedicata al martire San Ciriaco, morto di una delle morti peggiori che gli potevano essere inflitte, con una serie di torture quali:
fu mutilato della mano destra
gli fu fatto ingurgitare del piombo fuso; Ciriaco si riprese dopo due ore
fu legato sopra una graticola e frustato
fu gettato in una fossa piena di serpenti velenosi
fu immerso nel bitume bollente
gli fu trafitto il capo con una spada e dopo questo Ciriaco morì.
Il duomo rappresenta un alto esempio di arte romanica a cui si mescolano elementi bizantini e gotici; costituisce uno dei più importanti esempi di questo stile in Italia. E’ l’emblema della città e sembra proteggere e osservare dall’alto tutti gli anconetani (affaccia direttamente sul porto ed e’ uno dei posti migliori per poter ammirare il tramonto).
4. La Mole Vanvitelliana
La Mole Vanvitelliana o Lazzaretto di Ancona sorge su un’isola artificiale ed e’ situato all’interno del porto. In passato era raggiungibile solo attraverso imbarcazioni, oggi invece e’ presente un ponte che collega la terraferma alla Mole. Fin dalla sua origine l’opera fu progettata come una struttura polifunzionale: magazzino portuale, luogo di quarantena, fortificazione. Oggi viene invece usata per ospitare mostre, per il cinema all’aperto e per molti altri eventi che hanno luogo durante l’intero anno solare.
5. L’Arco di Traiano
Costruito attorno al 100 d.C. , l’Arco di Traiano rappresenta una delle testimonianze dell’architettura romana piu’ preziose che abbiamo. Sorge sul molo del porto di Ancona, come se fosse una porta per la citta’.
6. Chiesa di Santa Maria
La chiesa di Santa Maria della Piazza si trova ad Ancona in piazza Santa Maria, nell’antico rione Porto. Oltre alla sua inconfondibile bellezza, la caratteristica che rende unica questa chiesa, esempio di stile romanico delle Marche, è un misterioso discorso di pietra scolpito sulla sua facciata, fatto di pietra bianca del Conero.
7. La Pinacoteca civica di Ancona
La Pinacoteca civica “Francesco Podesti” di Ancona è sorta nel 1884. La sua istituzione è dovuta soprattutto al fervido interessamento del pittore anconetano Francesco Podesti, al quale la raccolta d’arte è stata ben presto dedicata. Raccoglie alcuni dipinti di valore universale per la storia dell’arte italiana e altri di grande interesse per la comprensione della pittura nelle Marche dal XIV al XIX secolo.
Nel 2018 la regione Marche ha aperto la pratica per il riconoscimento della Riviera del Conero come patrimonio dell’umanità. Ogni qual volta che per un sito si apre una pratica di inserimento alla lista UNESCO dei patrimoni dell’umanità, è necessario che esso debba essere considerato di “eccezionale valore universale” e soddisfare almeno uno di dieci criteri. Nel caso della Riviera del Conero essi sono:
“essere un esempio eminente dell’interazione umana con l’ambiente” (V criterio)
“rappresentare dei fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale” (VII criterio)
“contenere gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione” (X criterio).
Cosa non perdersi assolutamente!
Come abbiamo detto in precedenza, la città di Ancona sorge sulla costa dell’Adriatico centrale su un promontorio formato dalle pendici settentrionali del monte Conero o monte d’Ancona. Questo promontorio dà origine a un golfo, il golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale. E proprio dal porto non ci si puo’ perdere: 1. Il tramonto. Ad Ancona il sole sorge e tramonta sul mare; il fenomeno è dovuto alla forma a gomito del suo promontorio, bagnato dal mare sia a est che a ovest ed è tipico dei litorali con posizione geografica simile. 2. La terra “lontana”. Altra particolarità geografica di Ancona è la possibilità di osservare, nelle giornate molto serene, dalla sommità delle varie colline cittadine, le montagne della Dalmazia al di là dell’Adriatico.
Qui ti consiglio la guida per poter conoscere Le Marche ed Ancona.
Ho conosciuto Ancona vivendola giorno dopo giorno, e cosi’ ho potuto apprezzare e conoscere tutti gli splendidi scorci suggestivi di cui puo’ vantare. Ma la domanda e’ sempre e solo una: che cosa vedere assolutamente ad Ancona? Se trovate questi contenuti interessanti, iscrivetevi al blog! Riceverete una mail ogni volta che verra’ pubblicato un articolo.…
Siamo i primi a elogiare il nostro Bel Paese, siamo i primi a dire che un turista dovrebbe scegliere l’Italia come prima destinazione al posto di molte altre mete europee… ma poi, immancabilmente, siamo anche i primi che prendono un volo e vanno in giro per il mondo al posto di visitare tutto quello che il nostro territorio ha da offrire.
Quest’anno non abbiamo scuse: che sia una fuga di un week end, una settimana o piu’; che sia nella propria regione o in quelle limitrofe; che sia una vacanza spartana o organizzata secondo decreto… comunque vada, abbiamo 10 motivi per scegliere di rimanere in Italia!
1. I giardini
Decantati da Poeti e pittori, i giardini sono una delle meraviglie del nostro Paese. Sono 122 giardini divisi tra 12 Regioni facenti parte di Grandi Giardini Italiani, la rete d’eccellenza fondata nel 1997 dall’inglese Judith Wade.
Suddivisi tra Giardini botanici, paesaggistici, storici, orti botanici, giardini moderni e dell’arte… l’italia possiede un volere inestimabile di verde visitabile!
2. Il mare
Nel cuore del Mediterraneo, la penisola italiana vanta di 7458 chilometri di costa. C’è l’imbarazzo della scelta su dove andare. Molto dipende dai vostri gusti e dalle vostre propensioni, c’è chi sceglie il mare più bello per fare sport acquatici, chi preferisce le acque poco profonde dell’Adriatico e chi invece predilige il mare delle isole più belle d’Italia. Per aiutarvi nella scelta, qui trovate la classifica delle spiagge più belle d’Italia.
3. I borghi storici
Sono 289 (inclusi 3 “onorari”) i piccoli centri storici inferiori ai 15 mila abitanti. La storia dei borghi è la storia d’Italia, dalle mille sfaccettature e dai mille volti, con un patrimonio artistico, culturale, eno-gastronomico fra i più conosciuti e rinomati al mondo.
Le montagne occupano il 35% del territorio italiano, suddiviso in Alpi ed Appennini. Da notare e sottolineare che tutti i 4 gruppi montuosi che superano i 4.000 metri (escluso il Bernina la cui massima cima nel nostro Paese arriva a 3.996 metri) interessano il territorio della più piccola regione italiana, la Valle d’Aosta. Le uniche due regioni che non superano i 2.000 metri sono la Sardegna, di poco visto che si arriva a 1.834 m., e la Puglia, che si ferma ai 1.152 metri del Monte Cornacchia.
Sono quindi infiniti i trekking che possono essere intrapresi su tutto il territorio, a seconda della difficolta’ e della quantità di giorni a disposizione!
5. Le attivita’
Grazie alla conformazione dello stivale e’ possibile usufruire i tutti i panorami che la natura puo’ regalare: dal mare alle colline, alle montagne; le attività legate sono quindi innumerevoli e permettono di scegliere il tipo di vacanza ideale che si sta cercando! Qui trovi un elenco di 50 attività che puoi fare senza uscire dal Bel Paese.
Il cibo italiano è il migliore del mondo ed infatti è il più imitato. Abbiamo un patrimonio gastronomico talmente variegato da far invidia a chiunque. L’agroalimentare italiano ha raggiunto dei primati qualitativi e di sicurezza tali da essere apprezzati in tutto il mondo!
Si puo’ anche dire che ogni regione ha un patrimonio culinario tutto suo, perche’ non pensare quindi a un bel tour gastronomico?
Se l’Italia è una delle più importanti destinazioni turistiche del mondo, ciò non si deve solo alla presenza di un patrimonio storico-artistico inestimabile e all’incredibile varietà dei suoi paesaggi, ma anche alla ricchissima offerta enogastronomica, che viene riconosciuta ovunque come uno dei tratti distintivi del Belpaese. L’introduzione del vino nel nostro paese si deve a due popoli principalmente: i Fenici e i Greci; qui di seguito potete ripercorre (attraverso 10 itinerari da nord a sud) la gloriosa storia che hanno reso grande l’industria vinicola italiana.
8. Le colazioni
Tipicamente dolce, è il rituale più piacevole ed importante della giornata. Ricca e gustosa, conosce diverse varianti da regione a regione. Ecco quindi che dal croissant alla marmellata si passa al panino al tonno; dal cappuccino si passa alla spremuta di arancia e cosi’ via.
La storia Italiana e’ qualcosa di ineguagliabile: lo sappiamo noi e lo sanno anche gli stranieri che ogni anno decidono di visitare l’italia per poter assaporare un pezzo di antichita’. Ogni paese, strada… ogni angolo del nostro paese ha una storia da raccontare, perche’ non decidere quindi di ascoltarne un paio?!
10. I siti Unesco
Nessun Paese ne ha tanti quanto l’Italia. Sono arrivati oggi a 55 i siti del Belpaese riconosciuti patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Distribuiti su tutto il territorio, da nord a sud isole comprese, sono il tesoro piu’ grosso di cui possiamo disporre. Qua puoi trovare tutti e 55 i siti riconosciuti fino ad oggi.
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Cosi’ come per tutte le regioni d’Italia possiamo certamente affermare che abbiamo l’imbarazzo della scelta su dove andare e che cosa fare, perche’ ovunque si decida di andare alla fine si cade sempre in piedi.
Questo e’ stato il nostro umile itinerario che ha voluto unire due giorni di sci a un po’ di sano turismo, il tutto smorzato dalle esigenze del nostro piccolo Noah (2 mesi e mezzo) che ovviamente non poteva stare infinite ore al freddo.
Siamo quindi arrivati il giovedi’ sera al nostro agriturismo e abbiamo passato la maggior parte del week end tra le piste e Courmayeur (ne parlo qua).
La nostra mini-vacanza e’ stata cosi’ speciale anche perche’ abbiamo avuto la fortuna di vivere e dormire in una realta’ come ne rimangono ormai poche. Un agriturismo (la Reve) mandato avanti da 3 donne che si occupano di tutto: dalla pulizia delle stanza, alla colazione del mattino con i loro prodotti a km 0, alla cura delle capre, pony, cavalli e della fattoria in generale. Quello che abbiamo veramente apprezzato e’ stato lo stile famigliare (tanto e’ vero che nel periodo in cui abbiamo soggiornato non potevano offrire il servizio di ristorazione perche’ avevano le capre a cui badare che avrebbero partorito da li a poco).
La domenica mattina abbiamo invece deciso di partire abbastanza presto e dedicarci a un po’ di turismo.
Aosta (580 m), capoluogo regionale della Valle d’Aosta, si estende a ventaglio al centro della regione, in un’ampia pianura circondata da alte montagne, tra cui il Grand Combin e il Mont Vélan a nord, il Mont Emilius e la Becca di Nona a sud e la Testa del Rutor a ovest.
Noi abbiamo deciso di dirigerci nel capoluogo in mattinata, e dopo un’oretta di macchina da Courmayeur siamo giunti a destinazione per la colazione in uno dei posticini piu’ magici in cui abbia mai sorseggiato un cappuccino. Un bar (Fleurs Folie) che sa di tisaneria vecchio stile, di fioraio, di negozio d’arredamento boho chic e che in realta’ e’ probabilmente la migliore espressione di quelle che possono essere gli interessi della proprietaria.
Dopo la mattinata ad Aosta abbiamo proseguito per la nostra strada del ritorno facendo pero’ ancora una tappa (obbligatoria) in uno dei posti che mi ha affascinato di piu’: il forte di Bard. Noto anche per esser apparso nelle riprese degli Avengers, e’ rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione, rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento.
Qui ci siamo fermati a Casa Ciuca per un pranzo in perfetto stile valdostano con piatti che avevano tutto il sapore delle ricette di una volta. Se andate a visitare il forte nell’orario dei pasti, questa deve essere assolutamente la vostra meta… la polenta con il cinghiale e’ imperdibile!
Fatemi iniziare questo articolo con una frase che sa di vecchio ma che rappresenta perfettamente il mio stato attuale. Sembra passata una vita dall’ultima volta che sono venuta in montagna. In realtà è passato solo un anno, ma le cose sono cambiate radicalmente.
Quest’anno la settimana bianca è con lui, il mio piccolo elfo (come lo chiamano gli amici) personale con cui condividere le giornate scandite al ritmo di poppate ogni 3 ore. Niente sci, niente spa, niente funivie ma questo non vuol dire non godersi questo stupendo paesello che ha molto da offrire.
Ma prima di tutto, come ci siamo organizzati con un bambino di 2 mesi e mezzo a -7 gradi?
In realtà non è stato così difficile, siamo programmati per tenere i nostri pulzelli al caldo. Ho quindi semplicemente adeguato il vestiario: oltre al passeggino con il sacco e la coperta calda, abbiamo portato 3 maglie di lana e l’immancabile berretto caldo.
Come fare a salire a 1200mt con un neonato?
In maniera quasi ossessiva gli ho dato il ciuccio in modo che con il movimento della suzione non ci fosse il rischio di perforargli un timpano.
Dal giorno dopo invece abbiamo girato senza più problemi grazie all’aclimatamento.
Come fare con i tempi?
I tempi li scandisce sempre lui: la mattina lo allattavo in camera e poi uscivo per due orette. Poi ritornavamo al caldo (bar o camera).
C’è da dire che nonostante mi abbiano detto che la funivia (la prima che porta all’inizio delle piste) potevamo prenderla senza problemi (perché molto lenta), ho preferito non rischiare e godermi il sole caldo in paese senza l’ansia di dover fare corse fuori programma in ospedale. Sicuramente quando sarà un po’ più grande non mi farò tanti problemi.
Il paese
Così come la maggior parte dei paesi di montagna, sembra che il Natale si protragga per mesi: lucine, alberi e palle che creano un’atmosfera stupenda e caratteristica. Il calore dei bar lungo la strada, delle coperte pesanti con un cappuccino, dei tenui raggi di sole che sbucano attraverso le nuvole. Per noi sono stati due giorni dove abbiamo potuto respirare l’aria buona, ma buona veramente.
Informazioni utili:
Il paese è facilmente girabile con qualsiasi passeggino ma, laddove non l’abbiate portato, è possibile affittarlo così come qualsiasi altra attrezzatura. Basta andare nel centro di Courmayeur in uno dei negozi tecnici che si incontrano lungo la strada per poter richiedere il passeggino a tre ruote o lo zaino per poter portare il proprio bambino.
L’idea di collegare le due stazioni più prestigiose delle Alpi (Courmayeur e Chamonix) attraverso il cuore del massiccio del monte Bianco, nacque dall’immaginazione per l’epoca fervida e quasi matta del Conte Lora Totino. Essendo già operativa la funivia che collegava La Palud con Rifugio Torino (3335 m.), si trattava di costruire un troncone di 250m e di 150m di dislivello per raggiungere punta Helbronner per poi unire le due stazioni mediante la Liason.
La cabina
La terza sezione, iniziata nella primavera del 1954 e collaudata nel 1957, congiunge il rifugio Torino a l’Aiguille du Midi, passando per la punta Helbronner e il Gros Rognon, provvidenziale sostegno naturale. Qui nella foto in alto c’e’ la cabina va e vieni che collegavano la stazione del rifugio Torino a punta Helbronner. Il 19 aprile 2012 l’ultimo tratto della funivia e’ stato smantellato per i lavori di rifacimento terminati poi nel 2015.
Le funivie Monte Bianco oggi e le Terrazze panoramiche del Rifugio Torino
La tratta La Palud – Rifugio Torino e’ oggetto di costante rinnovamento tecnologico continuando il regolare esercizio turistico. Permette infatti di raggiungere entrambe le terrazze panoramiche di Rifugio Torino a 3335m e 3375m (balconi naturiali su Courmayeur), punto ad oggi piu’ vicino alla vetta del Monte Bianco raggiungibile con mezzi meccanici.
Skyway Monte Bianco non è solo una funivia per arrivare a 3.466 metri. È un’idea: avvicinare l’uomo alla montagna e al cielo, allargare gli orizzonti e superare i confini. Panorami da esplorare ed il cielo da incontrare.
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