Islanda: come pianificare l’itinerario

Il primo grosso scoglio con cui mi sono dovuta confrontare e’ stato il voler vedere tutta l’islanda nel “poco” tempo a disposizione. Il paese e’ una terra immensa e anche solo le distanze da un posto all’altro, spesso, richiedono una mezza giornata di viaggio. Ecco perche’ e’ importante pianificare il viaggio sulla base dei km da fare e di che cosa si vuole assolutamente vedere.

Di seguito trovate degli itinerari divisi a seconda dei giorni a disposizione. Personalmente sono partita da questi macro itinerari per poi calarli sui miei giorni e sulle mie esigenze 🙂

1 week end a disposizione per scoprire l’Islanda

Potete godervi la magica aria che si respira a Reykjavik tra ristoranti, caffe’ e un po’ di cultura locale. Potrete pensare di godervi un paio d’ore di relax nella vicina Blue Lagoon e immergervi (magari sulla via del ritorno) nella desertica e fumante penisola di Reykjanes.

Leggi qui tutto quello che puoi fare:

Reykjavik

Reykjanes e il Blue Lagoon


3/4 giorni a disposizione per conoscere l’Islanda

L’itinerario che ti consiglio va ad integrare quello da un week end; oltre a quello consigliato sopra, avrai quindi il tempo di poter vedere il Golden Cirle. Il consiglio e’ quello di dirigerti, dopo essere atterrato a Keflavik, verso Hella per il pernottamento e dedicare una giornata a Geysir, Gullfoss e il parco nazionale di Pingvellir.

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Ti potrebbe interessare questo articolo per poter integrare il tuo viaggio:

Hella e il Golden Circle


Una settimana in Islanda, che cosa vedere

Le opzioni potrebbero essere due: raggiungere Vik oppure andare a nord. E personalmente ti consiglierei la seconda opzione, dove potrai trovare l’islanda reale piena di siti storici e di panorami diversi che vanno dai campi di lava ad ampi fiordi e calotte glaciali. A seconda di quanto siete “veloci” potrete pensare di arrivare fino ad Akureyri per poter fare una delle esperienze migliori della vostra vita: l’escursione per vedere le balene.

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Nell’articolo qui sotto puoi trovare tutto quello che c’e’ da vedere nei fiordi nord occidentali:

Olafsvik, Hellisandur e il parco nazionale di Snaefellsjokull


10 giorni o due settimane: l’itinerario perfetto per scoprire l’Islanda.

Nonostante la vastita’ del territorio, l’Islanda e’ sorprendentemente facile da percorrere: la classica Hringvegur (statale 1, anche nominata Ring Road) consente di girarla tutta toccando le attrattive principali. Si tratta di 1330km di strada quasi tutta asfaltata. Avendo tempo a disposizione, potrete aggiungere una miriade di altre avventure: oltre all’imperdibile escursione per vedere le balene, potrete perdervi nei mille sentieri, godervi i numerosi “pot” che ci sono lungo la strada, andare sul ghiacciaio piu’ grande d’europa.

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A fare da cornice a questo lungo anello ci sara’ la natura incontaminata, tra pecore brade e cavalli dalla ricca chioma; le pulcinelle di mare e le foche distese al sole.

Per poter pianificare questo tipo di viaggio ti consiglio di dare uno sguardo alla rubrica intera “Islanda“, in modo da poter definire quelle che saranno le tue attivita’ imprescindibili con il tempo che avrai a disposizione!


Se hai bisogno di aiuto per poter programmare il tuo viaggio, scrivimi nella sezione contatti.

Hella e il Golden Circle

Per il Golden Circle ci sono un mucchio di autobus e gruppi organizzati con partenze giornaliere, ma io ho deciso che avendo la macchina ed essendo tutta strada asfaltata avrei potuto fare il giro alla mia maniera.

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Il Golden Circle in macchina – Partendo da Hella

Sono quindi partita da Hella, e andata a Geysir passando dall’immancabile Reykhold.

Il circolo d’oro tocca tre celebri attrattive a meno di 100km dalla capitale: Pingvellir, Geysir e Gullfoss. E’ un circuito turistico artificiale, quindi riuscirete a percorrerlo con qualsiasi macchina a vostra disposizione.

A Geysir merita la pena fermarsi qualche oretta per fare il giro del parco e poter essere veramente stufi dei getti d’acqua per almeno i prossimi 20 anni. Da Geysir sono poi andata dritto per Gullfoss: la cascata piu’ famosa d’islanda e seconda solo alle cascate del Niagara.

Ritornando sui miei passi sono quindi passata da Laugarvatn (dove vi consiglio di andare per la piscina di acqua geotermale a 32 euro l’ingresso, qua il link) e Kerid. Ho quindi allungato per andare a vedere Sellfoss, per poi ritornare a dormire a Hella.

Sono ormai gli ultimi giorni e alla lista delle cose da vedere mancano piu’ pochi punti. Ecco che quindi il giorno successivo dedico tutta la mattinata nella valle del Canyon, Pingvellir, zona di congiunzione tra la zolla Europea e quella Americana. Vale la pena perdersi nel parco nazionale per scoprire tutto quello che ha da offrire questa terra che sotto molti aspetti e’ rimasta quasi incontaminata.

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CURIOSITA’: In Islanda sono talmente legati alla credenza delle creature nascoste che lungo la strada, nelle case degli islandesi, potrai trovare delle casette predisposte per gli elfi e le fatine. E’ cosa ormai risaputa che se durante la costruzione di una casa si viene a conoscenza che il luogo predisposto e’ in realta’ la dimora di piccoli abitanti della natura, la costruzione non si potra’ concludere.

Da Pingvellir mi avvicino a Reykjavik passando da Hveragerdi (parco geotermale da non perdere assolutamente). Arrivo la sera a Reykjavik e mi piazzo nell’unico campeggio della citta’ (attrezzatissimo) un po’ caro per gli standard riscontrati fino a questo momento (20 euro a notte contro i 10/15).

Godafoss, Lago Myvatn, Dettifoss e i fiordi dell’est

La mattina mi sveglio come sempre alle 8 e questa volta parto pero’ per la prima cascata islandese della mia vita: Godafoss! E non sapevo ancora che sarebbe stata la prima di mille sparse su tutto il perimetro. (CLICCA QUI per leggere la tappa precedente).

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La cascata di Godafoss

Sebbene sia la piu’ piccola e meno possente di altre cascate d’Islanda, e’ sicuramente una delle piu’ belle. La cascata ha un significato importante nella storia dell’Islanda: ne corso dell’alpingi (assemblea nazionale) dell’anno 1000, colui che chiamano “l’oratore della legge” fu costretto a prendere una decisione definitiva sulla legge da adottare in Islanda. Dopo 24 ore di riflessione dichiaro’ che da quel momento il paese avrebbe abbracciato la fede cristiana. Tornando a casa, passo’ accanto alla cascata nei pressi della sua fattoria e vi getto’ dentro i simulacri delle divinita’ pagane conferendole il suo nome attuale.

Da Godafoss passo quindi al lago Myvatn (un insieme di pozze di fango ribollenti, bizzarre formazioni laviche e crateri vulcanici). IMG_2850

Con una piccola deviazione dalla 1 (strada 862 comunque asfaltata) arriviamo poi a Dettifoss (uso il plurale perche’ ero con una ragazza che ho caricato metre faceva autostop).

Seydisfiordur e i fiordi dell’est

Decidiamo di condividere quindi un pezzo di strada insieme, lei ha l’ostello a Seydisfiordur, quindi passiamo a Egilsstadir e arriviamo al porto nella zona dei fiordi a est. Un piccolissimo paese che mantiene tutta la sua tipicita’ con il classico odore di mare e pesce che invade la strada principale (e unica). Passiamo cosi’ la serata insieme tra una pizza surgelata e una birra, poi di corsa in tenda (in questo campeggio qui). Essendo l’unico campeggio quando sono arrivata ho avuto difficolta’ a trovare posto, mi sono infatti piazzata la tenda nel prato a ridosso quasi della strada. Ve lo sconsiglio in alta stagione perche’ sara’ un delirio! Questa e’ la prima notte che faccio sotto l’acquazzone. Un po’ e’ stato anche rilassante, al sicuro nella tenda e con il sacco a pelo che e’ stata la piu’ grande salvezza. La mattina mi sveglio come sempre presto e ad accogliere la giornata c’e’ un sottile filo di luce che passa le nuvole. Quasi a indicare qualcosa, il porto! Cammino quindi fino al porto e vedo la maestosa nave che dalla Danimarca trasporta i nuovi avventurieri fino al Seydisfiordur.

Torno alla macchina, impacchetto tenda e averi e riparto.

Decidiamo (con l’autostoppista) di fare tutto il giro dei fiordi dell’est. E se state pianificando le mete da visitare, vi consiglio vivamente di tenere in considerazione questa strada. Basta stare sulla costa (la 96 che poi si unisce e diventa di nuovo la 1), si allunga di circa 1 ora, ma il panorama vale decisamente il tempo speso.

Continuiamo quindi la strada con destinazione finale Vik. Ci fermiamo pero’ lungo il tragitto a:
Jokulsarlon ( la spiaggia con le sculture di ghiaccio ).
–  Skaftafell 
Vik

Olafsvik, Hellissandur e il parco Nazionale di Snaefellsjokull

Olafsvik, la prima tappa verso il nord dell’Islanda.

Alle 8 mi sveglio dentro il mio sacco a pelo in macchina, nel parcheggio della piscina di Reykjavik. Dopo il sonno ristoratore decido che non mi fermero’ per il mio primo giorno in Islanda in una citta’. Sono ansiosa del verde, le terre immense, gli spettacoli che National Geographic mi ha meticolosamente illustrato negli anni. Cosi’ prendo la 1 e vado verso Nord. Da subito capisco che la strada, anche se una, puo’ essere percorsa e assaporata in miliardi di modi. La direzione e’ il nord, ma non ho ancora deciso dove di preciso. Le soste per ammirare i panorami naturali diventano sempre piu’ frequenti e dopo le varie deviazioni del caso arrivo a Olafsvik alle 19.00. Il campeggio e’ ben attrezzto e per il modico prezzo di 1100 corone (11 euro) monto la mia tendina per la prima volta sulla terra del ghiaccio e del fuoco.

Hellissandur e il parco Nazionale di Snaefellsjokull: una giornata per andare al centro della Terra

Con una sveglia biologica alle 8 (ora italiana), in islanda mi sveglio alle 6. Decido comunque che per il primo giorno posso dormire un po’ di piu’ e recuperare la notte in volo. Alle 9 (ora islandese 🙂 ) sono quindi pronta per partire.
Rif, Hellissandur (con visita alla “Cave” formatasi sotto il vulcano del famosissimo libro “Al centro della Terra”. La visita costa 35€ a persona e dopo un paio di scale a chiocciola arrivi veramente nel centro della terra. )
Consiglio poi di arrivare all’estremita del fiordo, da li si puo’ cominciare ad assaporare veramente un primo assaggio di Islanda (ho visto in lontananza delle orche che nuotavano verso il largo).
– La giornata la trascorro poi al parco nazionale dello Snaefellsjokull

CONSIGLIO: mai rimanere con meno della meta’ di benzina se non si sa dove si va. Soprattutto in questa parte dell’islanda le stazioni sono distanti magari anche 100km una dall’altra. (La benzina e’ chiamata 95oktan)

-Seguendo l’anello che costeggia il fiordo vado quindi a Hellnar (dove puoi salire sul vulcano collassato. Attorno sembra di essere su Marte) per poi arrivare in tarda serata ad Akureyri. Purtroppo non riesco a percorrere la parte dei fiordi Occidentali, con la mia macchina rischio di bucare o avere seri problemi poi con l’assicurazione dell’autonoleggio.

Storie d’Islanda

Amo viaggiare e portarmi a casa delle storie che sono tramandate di generazione in generazione, di viaggiatore in viaggiatore. Le mie personalissime storie d’islanda che ho portato a casa mi sono state raccontate da burberi vichinghi mentre preparavano caffe’ dietro a un bancone in legno, da anziani conosciuti su una fredda panchina di Reykjavik e da biondissime studentesse all’interno di una calda e accogliente libreria di Akureyri.


Nell’angolo più remoto del giardino di ogni casa islandese che si rispetti, ecco comparire tre casette di legno vicine l’una all’altra. Sono le abitazioni degli elfi, il popolo invisibile. Narra la leggenda che gli elfi fossero anch’essi figli di Eva, madre di tutti gli uomini.
Un giorno Dio annunciò ad Eva che sarebbe andato a cena da lei, per conoscere tutti i suoi figli. Eva, come ogni madre, iniziò a lavare e preparare i figli per l’evento, ma, poiché erano tanti, non riuscì a fare il bagno a tre. Per non mostrarli in disordine davanti a Dio, li nascose nell’armadio.
Durante la cena Dio chiese a Eva se quelli che sedevano nella stanza erano tutti i suoi figli e la donna confermò. Allora Dio che è onnisciente continuò: “ciò che è nascosto a Dio, sarà nascosto per sempre anche agli uomini!” Eva corse disperata all’armadio, ma lo trovò vuoto.
Dio aveva reso invisibili i tre bimbi agli occhi degli uomini. Solo chi ha cuore puro può vederli.


Una leggenda racconta di due giganti che, cercando di portare a riva una nave, furono sorpresi dall’alba prima di potersi nascondere in montagna e vennero trasformati, insieme all’imbarcazione, nei tre faraglioni in pietra. Tutti e tre hanno ovviamente un nome e sono: Skessudrangur, Langhamar e Landdrangur.


Secondo la leggenda, in una fattoria in riva al lago di Lagarfljot viveva una ragazza che aveva acquistato un anello d’oro. Aveva sentito dire che mettendo in una scatola un verme, con sopra l’oro, era possibile aumentarne la grandezza. Quando la ragazza, la settimana più tardi, andò a controllare l’anello, il verme era cresciuto così tanto da non contenerlo. Spaventata, afferrò la scatola e la lancio nel lago. Con il tempo il verme si trasformò in un drago che popola tutt’ora il lago in questione. Dopo la visione di un filmato, la commissione governativa ha poi dichiarato reale la leggenda in questione.

 

Islanda: Cosa sapere!

Supermercati: 

Sono tutti molto cari, ma questa e’ l’islanda! Ad ogni modo per avere il miglior rapporto qualita’ (che non saprei dire se e’ bassa o medio bassa) e prezzo lo potete trovare da Netto. E’ una catena di supermercati dove potete trovare veramente di tutto anche le marche alla quale da italiani siamo affezionati (es. ho trovato le lattine bonduelle!! 🙂 )

Stazioni di rifornimenti:

Quando potevo cercavo di andare da Olis o Obi, sono i piu’ conveniente. Ma e’ anche vero che per paura di rimanere senza a meta’ strada, poi ho fatto rifornimento ovunque (N1 hanno anche i bagni all’interno, nel caso servisse 🙂 )

Lingua:

parlano assolutamente tutti (e anche veramente bene) l’inglese. Sono dei gran intenditori di gesti, quindi se non sapete l’inglese potrete comunque comunicare con loro…o almeno proveranno a capirvi.

Condizioni climatiche:

Non sottovalutare mai il clima. Un abbigliamento e un’attrezzatura adeguati sono fondamentali. I viaggiatori devo sempre essere preparati alle condizioni climatiche piu’ inclementi in ogni stagione perche’ il tempo puo’ cambiare senza preavviso.

Durante le calde giornate, invece, fate attenzione all’attraversamento dei fiumi: le acque derivate dallo scioglimento dei ghiacciai possono dare origine a fiumi impetuosi.

 


Tariffe, orari e offerte cambiano con una certa frequenza; le informazioni fornite in questi articolo vanno quindi presi come informazioni di massima da verificare con una ricerca personale. Se hai bisogno di aiuto per poter programmare il tuo viaggio, scrivimi nella sezione contatti.

 

 

 

Reykjanes e il Blue Lagoon

Ultimo giorno intero sulla stupenda isola, lo passo fondamentalmente in macchina. Non potendo ormai allontanarmi piu’ di tanto dall’aeroporto, decido di visitare la zona attorno a Reykjavik e con mio grande stupore…questa terra ha ancora qualcosa da regalarmi. Usciti dalla citta prendo direzione Keflavik per andare nel parco nazionale di Reykjanes e come prima impressione mi sembra di essere atterrata su Marte. Scopro successivamente che il parco e’ in realta’ un immenso sito geologico peculiare per la lava a cuscino, dorsali oceaniche, placche tettoniche e quattro sistemi vulcanici. Un panorama incontaminato che ti riporta indietro nel tempo.

Imperdibile in questa zona e’ il faro che si trova nella punta a sud ovest ( Reykjanesta). Panorama tipicamente nordico e personalmente (forse colpa anche della pioggia e del brutto tempo) l’ho vissuto un po’ come il quadro “Il viandante sul mare di nebbia”, immersa nei pensieri pre partenza e in quello che hanno accompagnato tutto il viaggio.

La sera ho cercato un campeggio che fosse vicino all’aeroporto e vi consiglio vivamente di andare a quello di Grindavik. La cittadina e’ minuscola, classica zona di pescatori, barche e case locali, ma il campeggio e’ molto ben attrezzato (qui), wifi e zone comuni ben tenute e soprattutto si trova a 15 minuti d’auto dall’aeroporto e a meno di 10 dalla Blue Lagoon.

CONSIGLIO: non mi sono mai preoccupata di prenotare nulla, dalle uscite ai campeggi, e se volete vivervi l’Islanda alla giornata perdendovi sulle sue strate, vi consiglio vivamente di fare come ho fatto. Al limite vi potra’ capitare di dover aspettare il pomeriggio o il turno seguente, ma solitamente le escursioni o le “esperienze” in generale, non richiedono prenotazioni tanto in anticipo. Tutte eccetto la blue lagoon. Ho prenotato l’ingresso il primo giorno a Reykjavik e con un anticipo di 2 giorni ho trovato come unico ingresso ancora disponibile quello delle 9 (di sera). E’ vero che l’area chiude alle 23.30, e se fai piu’ di 2 ore esci bollito peggio di un pesce lesso, rimane il fatto che se volete occuparvi una mezza giornata all’interno, dovrete prenotare con un po’ di anticipo.

L’ultima sera la dedico quindi alla Blue Lagoon (80€ l’ingresso per il pacchetto base = ingresso + maschera bianca). E’ un complesso immenso, molto ben tenuto, capiente e con una vasca gigantesca immersa nelle rocce vulcaniche che contraddistiguono l’area. Lo stabilimenti e’ in fase di ampliamento, quindi se andrete nel 2018 con molta probabilita’ sara’ gia’ finito e colossale. All’interno si entra in costume e un braccialetto elettronico con la quale si paga tutto: serve a chiudere e aprire l’armadietto, tiene in memoria quello che compri e che pagherai solamente una volta uscito, serve per avere accesso alle varie zone\trattamenti che ti spettano. Ho letto molti pareri discordanti su questa “attrazione” e sinceramente sono dell’idea che se andate per la Blue Lagoon, allora vale la pena spendere i soldi in quella maniera. Se volete andare in un bagno geotermale e non vi importa di saltare l’attrazione, ci sono delle strutture che costano meno e che sono molto simili (piu’ piccole ma decisamente meno gente con cui condividere la sauna, la piscina e qualsiasi cosa). Per quanto mi riguarda, tornassi indietro non rifarei la Blue Lagoon ma andrei semplicemente nella piscina di Reykjavik o in quella geotermale di Laugarvatn (ne parlo nel post precedente).

La sera la concludo quindi in completo relax, pronta per prendere il volo di ritorno la mattina seguente. Alle 10 di mattina ho il drop off della macchina (tenete sempre per il simbolo dell’aereo, perche’ i cartelli con direzione Keflavik portano alla cittadina!). Dalla zona di noleggio delle macchine all’aeroporto potete prendere la navetta gratuita che passa ogni 10-15 minuti… E con questo credo anche di aver esaurito tutto quello che potevo dirvi sul percorso e su cosa ho visto e potete vedere dell’islanda!

ULTIMO CONSIGLIO: non ho segnato tutte le camminate disponibili perche’ sono veramente troppo…sulla strada e’ pieno di stradine che partono per camminate piu’ o meno lunghe. Vi consiglio di perdervi in una di queste almeno una volta! 

Reykjavik

Ho deciso di dedicare un post intero a Reykjavik, se lo merita in fondo. Dopo aver snobbato e saltato questa citta’ durante il mio percorso iniziale, ecco che affronto il ritorno alla civilta’.

Come detto nel post precedente il campeggio e’ caruccio rispetto a quelli incontrati fino a questo momento, ma vi assicuro che dopo piu’ di 10 giorni al freddo e in tenda pensare di avere una mega zona comune dove poter rilassarsi e scrivere, leggere o anche solo caricare il telefono sembra un lusso.

CONSIGLIO: ricercando online come campeggiare vi viene immancabilmente offerta la camping card. Io non l’ho usata, non perche’ non sia conveniente ma perche’… no, per me non e’ stata conveniente. Ci sono solo un paio di campeggi convenzionati e ho preferito essere completamente indipendente senza dovermi organizzare di dover raggiungere per forza un determinato posto per dormire di volta in volta.

Come tutte le citta’ nordiche anche Reykjavik e’ inconfondibile per i colori. Su uno sfondo grigio spiccano i tetti e le case colorate, le strade pedonali un po’ estroverse e l’odore di cibo che invade le strade.
Come girarla? Perdendovi.

Personalmente ho lasciato il primo giorno la macchina al campeggio e sono andata a piedi in centro. Sono 45 minuti ad andare all’incirca. Il biglietto del bus one way costava pero’ 400 corone (4 euro) e non mi sembrava il caso di spendere 8 euro per evitare una passeggiata. Diversamente l’opzione migliore poteva essere parcheggiare la macchina nel parcheggio sotterraneo che c’e’ di fianco al porto (1,5 euro la prima ora e poi 1€ le successive). Facendo tutta la strada a piedi sono arrivata direttamente nel centro, senza passare dal porto, e mi ci sono letteralmente persa. La cittadina si estende su una strada principale (Laugavegur). Consiglio personale, se volete bere qualcosa di caldo non potete non entrare al “The Laundromat Cafe”, ambiente accogliente, libri in vista e tante stampe divertenti alle pareti. Il caffe’ e’ relativamente buono per i canoni nordici! Al piano inferiore hanno addirittura un babyparking dove organizzano per i bambini iscritti varie attivita’ e giochi durante tutto il giorno.

Quello che mi ha affascinato maggiormente e’ stato il quartiere piu’ vecchio della citta’ (il Tjornin). E’ caratterizzata da un laghetto e una zona erbosa dove sedersi (se non ha appena piovuto) o su una delle numerose panchine e guardare le immense nuvole che coprono perennemente l’Islanda.
E’ inoltre il posto ideale dove pensare ai souvenir o guardare semplicemente le vetrine!

Il secondo giorno, volendo dedicare solo la mattinata a Reykjavik, ho deciso di muovermi con la macchina. Come ormai avrete capito, non ho speso i soldi nel parcheggio ma sono andata all’N1 (il distributore di benzina che trovate tra il campeggio e il centro della citta’) e ho parcheggiato direttamente dietro alla stazione. Gratuito, nessun controllo e a 10 minuti dal centro! Mi sono quindi dedicata alla parte del porto facendo la lunga passeggiata e entrando in centro solo piu’ per scrivere e imbucare le cartoline. Anche qua, caffe’ speciale in un posto speciale: Ida Zimsen. Anche in questo caso, si tratta di una caffetteria – bistro all’interno di una libreria. L’ambiente e’ caldo e accogliente e frequentato per lo piu’ da islandesi.

 

Due giorni a Vik tra escursioni e divertimento.

Come e’ ormai buona abitudine, anche Vik (questo il campeggio) mi accoglie con un tempo pessimo e un vento fortissimo. Siamo tra l’altro in una delle zone piu’ ventose del paese, nonostante ci si trovi a Sud.
Mi addormento quindi velocemente, cullata dal vento incessante.

La mattina parto con il miglior presupposto: andare sul piu’ grande ghiacciaio dell’islanda (e uno dei 4 piu’ grandi in europa). Vado da un ragazzo che mi ha consigliato l’autostoppista (lei lavora a Vik), ma vista la giornata non si possono fare uscite sul ghiacciaio. Rimaniamo pero’ d’accordo per l’indomani.
Gli chiedo quindi che cosa posso fare con una giornata del genere e lui mi risponde: “atv”! Che per noi sono i quad. Non ho mai guidato uno di quei bestioni, decido quindi che un’immensa spiaggia nera potrebbe essere il modo giusto per provare. Mi sono affidata per entrambe le uscite a loro (Arcanum)!

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Mi porta quindi in giro per fiumi, spiagge e mare e mi racconta che quella terra e’ molto giovane. Poche centinaia di anni fa esisteva solo il mare. Mi indica anche la montagnola che spicca da sola e mi dice che quella era un’isola. Andiamo poi a vedere i resti dell’aereo che si e’ schiantato a causa dell’eruzione del vulcano. Tutta quella terra in realta’ e’ stata creata in seguito a varie eruzioni. La piu’ fumata e’ avvenuta nel 2010 e si dice che a breve dovrebbe eruttare nuovamente.

Dopo quasi due ore di giro torniamo alla base e io decido di passare il mio pomeriggio al mare. La sabbia nera, le tre pietre sullo sfondo e un libro di storie Islandesi.

Il giorno seguente sveglia alle 6.50 (sempre ore islandese 🙂 ) e mi preparo per andare sul ghiacciaio Vatnajokull. Siamo io e la guida, i ramponi, la piccozza e un ghiacciaio immenso da perlustrare, arrampicare e in alcuni punti anche bere. Fanno l’uscita anche in gruppi, e tendenzialmente dovrebbe essere molto piu’ tranquilla come escursione. Consiglio vivamente di farla (anche se a luglio e agosto si riduce notevolmente), perche’ come diceva la mia guida “il ghiaccio si muove e cambia, come tutto del resto”. Questo perche’ tra 30 anni molto probabilmente di quel ghiacciaio sara’ rimasta piu’ pochissima traccia.

Tornata dall’escursione, decido quindi che mi merito un caldo e rilassante bagno. Vado quindi nella piscina del paese, con vasche esterne che arrivano a 38-40 gradi con sauna all’interno per la modica cifra di una decina di euro. Ripresa dalla fatica ma stanca per la giornata intensa, decido di rimanere ancora a Vik e ripartire il giorno successivo.

8 di mattina si riprede il viaggio e la strada offre grandi fermate da non perdere assolutamente:
Skogafoss (cascata + parco)
Seljalandfoss

Arrivo nel pomeriggio a Hella e decido di piantare la tenda li’ perche’ cosi’ il giorno dopo sarei stata piu’ comoda per andare nel centro verso il Golden Circle.

 

 

Akureyri: cosa fare in due giorni

Akureyri e’ la seconda citta’ dell’Islanda, ma non immaginatevi una metropoli perche’ conta circa 18000 abitanti. La cittadina riesce comunque a far parlare di se’, forse per i suoi vivaci caffe’, i ristoranti o le mille attivita’ che si possono fare. E’ situata alla testa del piu’ lungo fiorno islandese (60km), alla base di vette incappucciate di neve.

69940290_2525821000844594_8296421805506166784_nPasso due giorni ad Akureyri (qui il campeggio). Una cittadina che anche se piccola offre molti scorci e attivita’ da poter fare. In realta’ e’ la seconda citta’ dell’islanda, ma mantiene il calore di un paese.
Scesa in citta’ alla mattina (il campeggio si trova sulla stupenda collina poco sopra la citta’) decido di unirmi all’uscita in gommone delle 12.00 per il whale watching. Io mi sono affidata alla compagnia Elding, mi sono presentata la mattina stessa e una simpatica donna incinta mi ha aiutato a scegliere quello che faceva per me e mi ha organizzato anche l’uscita del pomeriggio. Disponibilita’ totale e cordialita’ estrema!
2 ore in mare, con pioggia e vento ma siamo arrivati a vedere una cosa come 15 balene alla distanza ravvicinata di un paio di metri.70876374_2492304444359833_508494148974673920_n.jpg

CURIOSITA’: le balene escono 3 volte per prendere l’aria e solo all’ultima, che rappresenta il respiro finale, mostrano la coda prima di inabissarsi.

Non l’avevo ancora sottolineato, ma ho fatto una prima grossa spesa a Olafsvik e da quel momento sono andata avanti. Dopo l’uscita in barca arrivo congelata ma soddisfatta sulla terra ferma. Tempo di un boccone in macchina con il famoso Skyr (yogurt per certi versi simile a quello greco) e un po’ di gallette e formaggio per potermi riscaldare che mi aspetta l’uscita a cavallo. Mi sono affidata al nome datomi dalla ragazza alla reception del whale watching e sono finita a 10 km fuori dalla cittadina, in un contensto stupendo (qui). Non ho mai cavalcato e pensare di farlo per la prima volta in islanda e’ stata la giusta spinta per poter superare la paura iniziale. 1,5h di camminata nelle terre e nei fiumi islandesi con il classico cavallo basso.

70216960_503290243582138_4079661663488311296_nNon e’ un pony ma non e’ nemmeno alto come i soliti cavalli europei. Dalla sua ha il fatto di essere molto piu’ muscoloso dei soliti cavalli e una genealogia gelosamente custodita dal popolo Islandese (es.: se il cavallo esce dall’islanda non potra’ piu’ tornare). Alla fine del giro la guesthouse offre anche un rilassante bagno nel pot che hanno nella zona piu’ residenziale, se avete intenzione di andare ricordatevi quindi il costume!

Sfatta dalle due uscite della giornata torno nel mio campeggio sopra i monti per la notte.