La cartolina, 456 pagina, edito da E/O editore, pubblicato il 18 maggio 2022.
La cartolina, trama del libro

Nel 2003 la madre di Anne Berest riceve una strana cartolina anonima sulla quale sono scritti soltanto quattro nomi, Ephraïm, Emma, Noémie e Jacques, ovvero i nonni e gli zii morti ad Auschwitz.
Lì per lì pensa a uno scherzo di cattivo gusto, la mette in un cassetto e se la dimentica. Quasi vent’anni dopo, però, Anne Berest decide di scoprire chi l’abbia mandata. È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo in cui Anne ricostruisce la storia della sua famiglia, ebrei russi approdati a Parigi dopo una rocambolesca fuga di mille chilometri per arrivare in Lettonia, dopo l’attraversamento di Polonia e Romania per andare a Costanza e imbarcarsi per la Palestina, e dopo il viaggio che dalla Palestina li porta in Francia nel 1929.
Dieci anni di pace prima che la Francia sia invasa dalla furia nazista e la persecuzione degli ebrei diventi un incubo che avrà per quella famiglia un tragico epilogo. L’unica superstite è Myriam, la nonna di Anne, che ha sposato il figlio del pittore Francis Picabia e affronta gli anni dell’occupazione tedesca nascondendosi, servendosi di documenti falsi, varcando frontiere nel doppio fondo di un’automobile, militando nella Resistenza e rifugiandosi su uno sperduto altopiano della Provenza in cui si trova a convivere con il marito e con quello che sarà il secondo marito, e dove la lotta partigiana è organizzata dallo scrittore René Char. Alla fine, Anne scoprirà chi ha mandato la cartolina, ma la cosa non è importante quanto il risultato delle sue ricerche, che la porterà a capire cosa abbia significato essere ebrei durante il Novecento e cosa significhi oggi.

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La cartolina – la mia recensione

Il 3 gennaio del 2003 a casa Berest arriva una cartolina. Senza mittente, anonima. Raffigura l’Opera Garnier. Il testo è composto da soli quattro nomi ed è indirizzato a Myriam, la mamma di Lélia, che è la mamma della scrittrice Berest e personaggio ricorrente in queste pagine.
La storia è indubbiamente nota è stata raccontata centinaia, migliaia di volte: la Soluzione Finale. I forni crematori. L’eliminazione di tutti gli ebrei. Ma nonostante sapessi perfettamente quello che sarebbe successo, ho divorato le pagine come se stessi scoprendo per la prima volta una materia nuova. Ci sono mille modi per raccontare una storia tragica e drammatica, ma Anne Berest ne sceglie uno originale, personale, coinvolgente, per ripercorrere la storia della Shoah. E cosa significhi essere ebrei.
Cosa penso de “La cartolina” di Anne Berest?
Penso che sia da leggere assolutamente; penso che debba essere proposto come lettura al pari del Diario di Anna Frank e Se questo è un uomo di Primo Levi.
“L’indifferenza riguarda tutti. Verso chi sei indifferente oggi? Poniti la domanda. Quali vittime che vivono nelle tende o sotto i ponti dell’autostrada o relegati lontano dalle città sono i tuoi invisibili?”
E penso che il fatto di essere messo al pari non significhi dire che “ok ho letto gli altri, posso passare oltre”. La cartolina di Anne Berest è scritto in maniera sapiente perchè non solo racconta la storia della sua famiglia, ma crea quel ponte con il presente che ti porta a riflettere su ciò che ti circonda.
La peculiarità della catastrofe è che, paradossalmente, è stata sia lenta che brutale. Guardando indietro ci si chiede perchè non si sia reagito prima, quando c’era tutto il tempo. Come ho fatto a essere così fiducioso? ci si domanda.”
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Chi è Anne Berest
Anne Berest è autrice dei romanzi La Fille de son père, Les Patriarches, Sagan 1954, Recherche femme parfaite, Gabriële, scritto insieme a sua sorella Claire, e delle opere teatrali La Visite e Les filles de nos filles. Ha anche scritto la serie Mytho per “Arte”, per la quale ha ricevuto numerosi premi in Francia e all’estero.





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