Cambiare l’acqua ai fiori, la trama

Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.
Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno. La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l’ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d’erba.Un romanzo avvincente, commovente e ironico la cui lezione universale è la bellezza della semplicità e l’eterna giovinezza in cui ci mantiene il sogno.

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Cambiare l’acqua ai fiori – il mio pensiero personale

“Ma siccome l’infelicità non mi è mai piaciuta ho deciso che non sarebbe durata. La sfortuna deve finire prima o poi.”
E la vita di Violette è stata condita dalla sfortuna fin dalla nascita e come un allenamento di vita è diventata ha aggiunto negli anni nuovi e grandi pesi da dover trasportare.
“Mi tengo dritta, è una mia peculiarità. Non mi sono mai piegata, neanche nei periodi di maggior dolore. Spesso mi chiedono se abbia fatto danza classica. Rispondo di no, che è stata la quotidianità a darmi una disciplina, a farmi allenare ogni giorno alla sbarra e sulle punte”.
È una donna che ha attraversato abbandoni, tradimenti, le perdite più dolorose, ma la sua giornata adesso profuma di gelsomino e di miele, le sue stanze sono bomboniere pastello che sanno di fresco. Ho letto la vita in un libro, nel senso più ampio del termine; quella giostra di alti e bassi su cui siamo tutti seduti e che in un modo o nell’altro ci porta a conoscere la nostra vera essenza. È l’essenza di Violette è quella di una tosta, guerriera, che ha dedicato la sua vita alla gioia delle piccole cose. Una donna che alla fine ha scoperto di essere molto più di ciò che le avevano sempre detto e fatto credere di essere. Una donna che dopo tutto ha imparato ad essere consapevole di meritarsi di essere felice.
L’ho letteralmente divorato. Un po’ per quell’ambientazione francese che tanto mi piace leggere, un po’ perché la storia è semplicemente coinvolgente e piena di immagini che ti rendono partecipe in prima persona accanto alla protagonista del racconto, con tutto il bagaglio di sofferenze (e qualche piccola gioia) che ciò comporta.
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Chi è Valerie Perrin
Valérie Perrin lavora da sempre nel mondo dell’arte e per anni è stata fotografa di scena delle più importanti produzioni cinematografiche francesi, tra cui quelle del marito Claude Lelouche. Il suo talento nel cogliere attraverso l’obiettivo situazioni, atmosfere, emozioni le ha fatto conquistare numerosi premi.





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