Delta del Mekong

Potrei fornire informazioni geografiche e politiche sul Mekong, invece quello che voglio raccontare è cosa rappresenta per la gente questo fiume.
Siamo a Cai Be, quando un uomo ci porge il braccio per aiutarci a salire su un’instabile barchetta con delle sedie come sedili, attraccata in mezzo alle alghe, che lascia la terraferma grazie alla spinta che il timoniere esercita sulle barche vicine per allontanarsi.
Acceso il motore, prendiamo il largo.
IMG_8069Subito si nota un certo movimento: barche che vanno e vengono, alcune lente altre velocissime, verso quello che sembra un luogo di smercio di prodotti alimentari. Alcune sono ferme in mezzo al fiume: si tratta del mercato galleggiante!
Felicissima, scatto una foto dietro l’altra! C’è qualcosa di magico nel rapporto che queste persone hanno con l’acqua, che mi affascina al punto che resterei a guardarle per ore con la bocca aperta e gli occhi ipnotizzati.
La guida dice qualcosa in vietnamita al timoniere, e la nostra barca si avvicina a un’altra, su cui un uomo e una donna sbucciano e tagliano ogni sorta di frutta tropicale: è la merenda per noi. Allora ci facciamo strada in mezzo ai frutti e ci sediamo sulla panchina a bordo per gustarci lo spuntino preparato dalla signora. frutta del MekongLa guida ci illustra i nomi di quello che stiamo mangiando: ananas, papaya, mango, banana (loro hanno quelle piccoline), cocco fresco, cocco d’acqua, rambutan, dragon fruit, langsat, litchi. Inutile dirlo: tutto squisito!
IMG_8440-01Osservo la signora. Si muove sulla barca come un animale nel suo habitat, usa ascia e coltello per preparare la frutta come fossero prolungamenti delle braccia. Incurante della sua abbronzatura, disdicevole in Vietnam perché tratto distintivo di chi lavora in campagna, i dolcissimi lineamenti del suo viso contrastano con la bruttezza dei suoi piedi, quasi scimmieschi, che si direbbe non abbiano mai visto un paio di scarpe.
La navigazione continua lenta tra le abitazioni affacciate sul fiume: piccolissime case, palafitte per lo più, rifinite in lamiera con davanti parcheggiata quasi sempre una barca e un’accozzaglia di altre cose tutte colorate e in disordine, a creare un’atmosfera informale e un po’ malinconica. Balconcini, panni stesi, bambini che saltano, famiglie che discutono. Una donna lava degli abiti nelle acque marroni del Mekong, un’altra, in costume cappello e pareo, bagna le gambe. Il silenzio e la pace sono interrotti solo dal rumore delle velocissime barche a motore che trasportano frutta o pesce.
IMG_8564-01A un certo punto il corso del fiume si restringe e passa sotto ponti troppo bassi per la nostra barca. A speranze di continuare quasi perse, una signora vestita di azzurro con in testa il classico cappello vietnamita, si offre di farci salire sulla sua mini scialuppa e ci scarrozza per un tratto di Mekong ancora più tranquillo. Qui solo acqua e vegetazione: qualche casa in lamiera qua e là, oltre le piante, e una barchetta ogni tanto che incrocia la nostra. Un relax migliore di tutte le terme del mondo.
Fonte di sostentamento, necessità igienica, via di comunicazione, quotidianità.
Famiglia. Casa. Vita.
Ecco che cosa rappresenta il Mekong.

 

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