Perche’ viaggiare?
Questa e’ stata la mia prima domanda sbarcata all’eta’ di 20 anni da sola in terra americana, dopo aver perso la valigia e le ore di sonno. Ve la siete mai posta questa domanda? Posta sul serio, intendo. Perché da qui a rispondere le solite cose come viaggio per staccare la spina, per mandare tutti a quel paese per qualche giorno o perché sono affetto/a dalla sindrome di wanderlust è un attimo.
Dal mio personalissimo punto di vista viaggiare corrisponde a staccare dalla vita quotidiana e dalla me di tutti i giorni. Viaggiare e’ diventato negli anni un occasione per conoscermi a fondo e conoscere quello che mi circonda. E’ inevitabile, se in certe situazioni scomode non ti ci troverai mai, non potrai mai sapere di che pasta sei fatto/a. La nostra voglia di partire ci porta a scoprire cose nuove, ad aprirci a nuovi volti e nuovi fatti, a tendere le orecchie a una nuova lingua, ad avvolgere le papille attorno a sapori fino a questo momento inediti.
Ma perche’ viaggiamo? Perche’ decidiamo di prendere un aereo, una barca o piu’ semplicemente un mezzo a 4 ruote e decidiamo di partire per una meta nuova da scoprire?
Perche’ viaggiare: le mie motivazioni.
Viaggio perche’ sono naturalmente curiosa, perche’ amo scoprire le abitudini delle persone e poter raccontare di queste. Viaggio perche’ la partenza e la scoperta sono state le emozioni che mi hanno fatto crescere fin da subito.
Nata da una famiglia di camperisti viaggiatori compulsivi, girovagare e’ da sempre stato un valore che ci ha uniti come famiglia e mi ha reso la persona che sono oggi. Il mio viaggiare e’ il semplice proseguimento di quello che i miei genitori mi hanno sempre insegnato: crearmi ricordi indelebili di terre stupende. Ed e’ per questo che parto, per potermi vedere diversa allo specchio, con una scintilla tutta speciale negli occhi e una gioia indescrivibile nel cuore. Viaggiare significa anche tollerare, conoscere altre persone e apprezzarne pregi e difetti, vedere l’altro non come un estraneo ma come un semplice cittadino che abita questo mondo in un posto diverso dal tuo. Significa comprendere altre culture e rispettarle, per quanto possano essere distanti dalla nostra personale idea.
Non ricordo bene quando decisi che il viaggiare sarebbe stato un tassello importante della mia vita, ma ricordo i momenti indelebili che mi spinsero a diventare quella che sono oggi: la prima immagine del tramonto sul mare portoghese dopo aver aperto la porta anteriore del camper, all’epoca non avevo foto ma e’ la piu’ bella diapositiva custodita nella testa; il viaggio dall’italia a capo nord in camper, dai tuffi nei fiordi alle lunghe giornate di sole estivo avvolte nel silenzio della natura; la strada, che fosse di giorno o di notte, con i cd delle piu’ famose canzoni dagli anni ’60 ai ’90 e i Grisbi da sgranocchiare.
Infine, viaggio perché poi amo raccontarlo. Sia a voce e sia sulla carta (anzi su word, per la precisione). E spulciare decine di volte le foto che ho scattato, per illudermi di essere riuscita a portare via con me un pezzettino di quello che ho trovato durante il mio viaggio.
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